Festa del Papà i tempi lavorativi e la famiglia
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Anche quest’anno è arrivata puntualmente la Festa del Papà e ad ognuno di noi come genitore fa, indubbiamente, piacere che i nostri figli si ricordino e ci facciano gli auguri di rito. Ma quest’anno, leggendo quel che riportava un articolo in cui si contabilizzava il tempo che come padri dedichiamo ai nostri figli, mi sono chiesto se veramente questi auguri, sinonimo di riconoscenza, ce li meritiamo davvero. Impegnati come siamo nel lavoro ed in altri impegni, che trovano una legittima giustificazione, abbiamo in gran parte delegato a nostra moglie o alla nostra compagna certi compiti che dovrebbero o potrebbero toccare a noi. E la considerazione è tanto vera che nella contabilizzazione del tempo dedicato ai nostri figli noi italiani siamo agli ultimi posti in una ideale classifica. Detto questo non tanto per una giustificazione postuma, quanto, invece, per aver constatato come fortunatamente il costume stia cambiando nelle nuove generazioni. L’ho potuto verificare di persona attraverso mio genero, vedendo come si è comportato sin dalla nascita col mio carissimo nipotino. È, allora, proprio in questa giornata speciale che voglio dirgli grazie, perché mia figlia ha trovato davvero in lui una persona di rara sensibilità ed attenzione, che mi fa ben sperare in una autentica inversione di tendenza. Anche questo dovremmo imparare da Papa Francesco, cioè la tenerezza ed i gesti affettuosi che riserva ai bambini, quando ha occasione di incontrarli nei suoi viaggi o in piazza San Pietro. Un gesto d’amore, che ci deve far ricordare quanto le nostre creature abbiano bisogno di noi. Luigi Cavalieri Desenzano del Garda
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