Felice di esultare come un ragazzino. Grazie ragazzi!

Sono un vostro lettore e, dopo tanti anni, l’altra sera sono tornato a emozionarmi per uno sport grazie a questa meravigliosa squadra che ha riportato nel mio cuore, nonostante i miei 81 anni, la gioia di esultare come un ragazzino per questo traguardo forse neanche immaginabile. Grazie meravigliosi ragazzi, grazie Peppe e grazie alla società. Forza Leonessa!
Aldo AriasiBrescia
Cara direttrice, mercoledì 4 giugno, serata straordinaria, indimenticabile e che riconcilia con la quotidianità! Entusiasmo, aggregazione, empatia e condivisione - a prescindere - sugli spalti. Coesione, spirito di sacrificio, abnegazione e tanta umiltà in campo. Componenti, tutte, che solo (certo) sport è in grado di trasmettere e valorizzare; e, soprattutto, che andrebbero fatte proprie per una collettività davvero migliore, trasparente e solidale. Con stima.
CarloVolevo condividere con lei l’emozione che ho provato mercoledì sera al PalaLeonessa nella vittoria della nostra Germani, e soprattutto l’emozione di chi come me ha giocato a pallacanestro ormai tanti anni fa e che ancora oggi frequenta le palestre grazie alla passione trasmessa a suo figlio. Bill Russel, ex giocatore ed ex allenatore e dirigente Nba, una volta disse che «Il basket è l’unico sport che tende al cielo». E ieri il cielo al PalaLeonessa era tinto di colori bianco e azzurro, i colori della nostra città, la Leonessa d’Italia. In queste partite di play-off la Leonessa si è distinta sia da un punto di vista sportivo che tecnico e organizzativo, partendo dalla Presidente Graziella al Patron Ferrari, dall’allenatore con i giocatori e tutti i tecnici che compongono questa società. Ho apprezzato sì il gioco, ma ho apprezzato ancora di più il valore di questo sport, che si distingue da altri soprattutto per la sportività dei nostri tifosi anche nei confronti di chi, come ieri, aveva fatto una trasferta lunghissima. Ho visto i giocatori della Germani alla fine applaudire i tifosi avversari, ho visto le lacrime dei nostri giocatori e l’emozione di tante persone. Al mio fianco mercoledì sera sedeva una persona di 91 anni, appassionato di basket che come me si è emozionato a vedere questo bellissimo clima che c’era al PalaLeonessa. 5.000 persone di cui buona parte bresciane sono uscite cantando e svelando le bandiere. Non abbiamo ancora vinto niente, ma già ieri sera è stato come aver vinto uno scudetto. Non sappiamo ancora chi sarà la prossima squadra avversaria, ma sappiamo di aver già conquistato il «nostro» scudetto. E’ uno scudetto di sacrifici, di semplicità, di una squadra di provincia che con un budget limitato ha dimostrato che si possono comunque vedere risultati grandi. E che quando c’è tanta passione a volte i sogni si avverano. Mai nessuna squadra di basket a Brescia è andata alle finali play-off. Lo sport è questo, unisce giovani meno giovani, donne e uomini, è quindi un insieme di persone che con idee politiche diverse si unisce tutti sotto la stessa bandiera facendoci dimenticare per un istante i problemi che sono al di fuori del palazzetto. In Italia c’è bisogno di cambiare visione sullo sport: non è solo e sempre calcio, calcio, calcio. Un ringraziamento speciale a questa società, a questi atleti che con i loro valori, le loro passioni e la loro sportività ci hanno emozionato tantissimo. Grazie da un tifoso.
CeceAldo, Carlo e Cece, tre degli oltre 5mila che mercoledì sera gremivano il PalaLeonessa nel giorno della storia. Grazie per aver voluto condividere emozioni senza tempo e senza età: nonni e bimbi, cittadini e rappresentanti istituzionali, tutti insieme a trepidare - senza eccesso alcuno - per un risultato esaltante, conquistato a denti stretti. E che gioia mandare a canestro la finale scudetto, impresa certo ambìta ma prima d’ora solo sussurrata, un po’ per pudore, un po’ per scaramanzia. Un grande traguardo raggiunto per di più in un momento molto difficile e sofferto per il mondo sportivo bresciano. E mentre sul fronte calcistico non accennano a diradarsi le nubi nere all’orizzonte che anzi incombono sempre più minacciose, sul fronte basket il sogno Germani diventa realtà. Ma non è finita. C’è ancora molto da fare, nella consapevolezza che, comunque vada, è già un successo. E nell’attesa... godiamoci lo storico traguardo, facendo sentire ai ragazzi di Poeta che ci siamo e ci saremo. Con orgoglio. Lo stesso orgoglio che spicca nella cronaca della giornata di ieri, all’indomani dell’impresa, sul fronte del pathos cittadino e sul fronte prettamente sportivo. (n.v.)
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