Fastidio e rabbia per le domande rivolte al questore

Lettere al direttore
Lettere al direttore
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Sono un fedele abbonato al Giornale di Brescia e mi sono imbattuto nell’articolo di sabato riguardante l’intervista al nuovo questore di Brescia. Sono padre di due figli nella prima adolescenza e analizzo con attenzione l’articolo, essendo la tematica trattata molto importante. State intervistando un dipendente statale ed un servitore dello Stato e mi trovo imbarazzato ed infastidito dal tenore e dal contenuto delle vostre domande, che dimostrano una faziosità politica chiara, netta e al limite del ridicolo. Una persona fa il suo dovere in una città abbandonata, con grossi problemi di criminalità (non solo percepita, ma reale) e, tutte le domande da voi poste, sono incentrate sul far apparire il questore uno sceriffo? Ma vi sentite giornalisti dell’Unità o come quei giornalisti radical chic milionari della tv? Il rispetto della legalità non ha colore politico, ma questo lo capite o no? Chi avevate di fronte non è un politico di destra, ma un questore, forse vi è sfuggito. Porgere delle scuse pubbliche sarebbe eticamente e professionalmente più appagante per voi e per chi legge i vostri articoli, in caso contrario sarò costretto a ritenere, sempre di più, che gli atti di delinquenza compiuti nella nostra città siano colpa diretta anche di padri di famiglia politicamente schierati, che si nascondono dietro la professione di giornalisti. Cordiali saluti da un padre che tiene al rispetto delle leggi, indipendentemente dal colore politico.

A.V.

Carissimo, pubblichiamo la sua lettera che, seppur da sponda opposta, fa il paio con quella di ieri. In quella - in soldoni - eravamo accusati di essere schierati a destra, in questa di parteggiare a sinistra. Uno a uno e palla al centro. Veniamo dunque al merito, mondandolo da attacchi e accuse tendenziose (non avendo coda di paglia, gliele abbuoniamo, prendendole per quello che sono: uno sfogo). Intervistando il questore ci siamo limitati al nostro mestiere, che nel nocciolo è semplice: fare domande, che incalzino possibilmente l’interlocutore e non si limitino a blandirlo o, peggio, lisciargli il pelo. Lo abbiamo fatto con cura, raccogliendo le istanze più problematiche e altresì le principali contestazioni, spesso esposte dagli stessi cittadini proprio in questa pagina. Una scelta apprezzata dallo stesso questore, che infatti ha risposto senza problemi, proprio in virtù della schiettezza che distingue entrambi. Niente pubbliche scuse dunque, essendo in cuor nostro certi di aver reso un servizio utile ai figli suoi, oltre che ai nostri. Dimostrando loro che nei confronti del potere, di qualsiasi potere, meglio eccedere in schiena dritta, che prostrarsi tanto da apparire genuflessi. E che il rispetto della legge è importante, quello per le persone di più. (g. bar.)

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