Fare oggi il maestro elementare
Qualche settimana fa ho letto sul mio caro Giornale di Brescia un paio di articoli riguardanti la figura del «Maestro elementare» poco nominata e poco considerata. Ringrazio quei giornalisti che tramite il pensiero di nostri notevoli personaggi bresciani nel campo della istruzione e cultura l'hanno esaltata. Io non sono maestra, ma ho seguito con tanto amore il lungo percorso di un mio nipote, che oggi ha 51 anni e che da oltre trent'anni fa il maestro elementare. I primi anni sono stati duri, ha fatto il pendolare in varie località lontane dalla città; poi una sistemazione definitiva a pochi chilometri da casa. Il suo attuale stipendio è di circa 1.500,00 euro al mese (le trattenute sono più del doppio). Da oltre tre anni nessun rinnovo di contratto. Figuriamoci adesso che c'è la crisi. Aspetta e spera. Penso a quanti anni avrà ancora prima di andare in pensione; io certo non avrò la gioia di festeggiare il suo meritato traguardo. Al contrario di migliaia di insegnanti che godono della famosa pensione «baby» e magari lavorano ancora in altri settori. Di questo non si parla mai. Nessuno si è mai chiesto l'impegno notevole di un maestro elementare, che si prende cura di una scolaresca di 20/25 alunni/bambini, al primo impatto, ognuno con suo proprio carattere, spauriti, che vogliono la mamma, e li accompagna per ben 5 anni con tanta pazienza e solerzia; scaricati il più delle volte dai genitori che lavorano e non hanno il tempo di seguirli, e pretendono l'impossibile dal caro maestro. Il maestro elementare se cosciente e consapevole della propria missione, è colui che prepara la base di questi giovanissimi, insegnando loro le prime regole di vita, studio, educazione, rispetto di se stessi e degli altri e con i loro programmi anche divertenti, per rompere la monotonia, producono giovani idonei ad affrontare le scuole medie o superiori, o anche il mondo del lavoro. La mia non è retorica, ma soltanto un omaggio a tutti i maestri elementari e alle loro fatiche.
Rosa Vitali
Brescia
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