Endometriosi, ecco dove sono stata curata e guarita

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C ara M.M., chi ti scrive è una donna che, come te, ha percorso il «calvario» di una giovane vita devastata dall’endometriosi. Anche io mi sono trovata nella condizione di non sentirmi ascoltata, capita, aiutata. Dopo tanto tempo, tanto coraggio, tanta fatica e purtroppo tanti soldi spesi inutilmente ho saputo, per caso, dell’efficienza dell’Ospedale Sacro cuore Don Calabria a Negrar di Valpolicella (VR) dove ho vinto la mia battaglia contro la malattia. Il livello di competenza e la specializzazione in materia di endometriosi sono riconosciute a livello nazionale ed internazionale e fanno onore alla sanità italiana spesso e ingiustamente criticata. L’approccio al paziente è attento, cordiale, quasi amicale. Anche io, come te, penso che il pregiudizio riguardo a questa malattia dopo tantissimi anni sia ancora vivo anche in una società civile ed evoluta come la nostra. I medici ai quali racconti di avere avuto l’endometriosi... alzano le mani. Anche se sei guarita hai assolutamente diritto ad un adeguato percorso di riabilitazione e di cura che non ti viene riconosciuto ed erogato, nonostante tu richieda un servizio a pagamento. Questo rende ancora più dolorosa la tua situazione. Come te, penso che la salute sia un diritto di tutti, a prescindere dalla classe sociale e dalla patologia. Ti prego di non abbatterti e di non ritenerti «rovinata a vita» come alcuni medici ti hanno espresso. Alimentare il coraggio e la tenacia uniti a tanta, tanta, tanta pazienza è la vera arma vincente! Ti auguro ogni bene e ti saluto con affetto.
Una lettrice ex endometriosica
Gentile lettrice, grazie per le informazioni fornite. Uno scambio scaturito dalla sensibilità e dalla solidarietà per la dolorosa esperienza che l’accomuna alla signora M.M. Credo che le informazioni si riveleranno utili anche ad altre donne alle prese con una patologia assai diffusa, se stando al Ministero della Salute, ne soffrirebbero tra il 10 e il 15% delle donne italiane in età riproduttiva (circa tre milioni). Del resto si sa quanto sia importante non sentirsi soli e i soli nell’affrontare il tunnel di una malattia. Anche se dal tunnel di questa comunque, lo dimostra la lettera odierna, si può per fortuna uscire. (g.c.)
Una lettrice ex endometriosica
Gentile lettrice, grazie per le informazioni fornite. Uno scambio scaturito dalla sensibilità e dalla solidarietà per la dolorosa esperienza che l’accomuna alla signora M.M. Credo che le informazioni si riveleranno utili anche ad altre donne alle prese con una patologia assai diffusa, se stando al Ministero della Salute, ne soffrirebbero tra il 10 e il 15% delle donne italiane in età riproduttiva (circa tre milioni). Del resto si sa quanto sia importante non sentirsi soli e i soli nell’affrontare il tunnel di una malattia. Anche se dal tunnel di questa comunque, lo dimostra la lettera odierna, si può per fortuna uscire. (g.c.)
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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