Educazione civica oltre la scuola serve la famiglia
AA
Ho letto con un profondo sconcerto la lettera pubblicata il 31 dicembre che avete titolato «Troppa sporcizia: si torni a studiare Educazione civica». Dopo un incipit condivisibile sulla maleducazione dilagante e l’abbandono dei rifiuti più vari negli spazi pubblici il lettore che ha scelto di rimanere anonimo, chiude con una affermazione per me a dir poco allucinante: «Per questo mi chiedo se, invece di insegnare le lingue straniere alle elementari e alle medie, non sia meglio tornare ad insegnare Educazione Civica». Sono maestro elementare nell’Istituto comprensivo Ome-Monticelli, dove mia moglie è professoressa di Lettere e vicepreside. Insegno solo da 39 anni e mia moglie da 37, quasi sempre in questi due paesi. Da vent’anni insegno inglese nella scuola elementare e oggi seguo anche informatica (ho usato per la prima volta un computer nel 1975 durante il servizio militare), musica, scienze e matematica. Venticinque anni fa la nostra scuola ha partecipato alla prima giornata di pulizia del Gandovere e poi alle successive. Idem a Monticelli col torrente Valle di Gaina. Poi siamo passati alla pulizia dei sentieri e, per esempio, nel 2005 abbiamo riaperto, segnato col tricolore e tenuto pulito il percorso che abbiamo battezzato «Sentiero dei partigiani tipografi» lungo 3 chilometri fra Ome e Brione, pubblicando la documentazione cartografica con rilievi satellitari. A Monticelli una mia classe quinta (favolosa) è stata l’artefice della nascita del sentiero della Cascate di Gaina. Abbiamo piantato più di 100 piante di ulivo per le feste dell’albero e riaperto il sentiero Madonna della Rosa - Costa - Fontana. Tutti gli anni partecipiamo all’iniziativa di Lega ambiente «Puliamo il mondo» e collaboriamo con la Protezione civile nella pulizia primaverile del «Sentiero dei funghi» che trent’anni fa i nostri bambini avevano segnato dipingendo Amaniti Muscarie sulle pietre. Da anni facciamo incontri sulla raccolta differenziata, il ciclo dell’acqua e i problemi ambientali in collaborazione con il Comune e sia A2A che Cogeme. Faccio «Pedibus» 5 volte la settimana accompagnando 24 bambini e il venerdì (con pinza e guantini) puliamo il chilometro di strada casa-scuola. I meno apprezzati sono i fumatori. Per l’educazione all’ambiente penso basti e avanzi. Poi abbiamo un’altra decina di educazioni: Musicale in collaborazione con L’Accademia di Ome e la banda di Monticelli; Educazione alla salute con interventi di medici dell’Asl e dentisti per l’igiene orale; psico-affettiva con la presenza di uno psicologo e uno sportello per alunni e genitori, oltre ad incontri con una sessuologa dell’Asl; alimentare in mensa e con «Frutta a scuola» promossa dalla Provincia e con corsi serali per genitori; all’integrazione con progetti di prima e seconda alfabetizzazione che da quest’estate (in collaborazione con un gruppo di volontari e l’oratorio) è stato esteso alle mamme dei nostri alunni extracomunitari con servizio di babysitteraggio. In collaborazione con la Polizia municipale da decenni facciamo Educazione stradale: in quarta siamo tutti pedoni, in quinta bicicletta e in terza media patentino. Cinque anni fa siamo andati in Broletto in bici e ci ha accolto l’allora Presidente Cavalli con la fascia azzurra e un omaggio per tutti i bambini. Rinfresco all’Associazione Combattenti e Reduci in corso Magenta. Poi l’Educazione più importante: quella alla convivenza Civile. Con tutte le agenzie educative del territorio abbiamo steso la «Carta educativa», un decalogo che tutti cerchiamo di trasmettere ai giovani, sottoscritto anche dalle famiglie come patto educativo. In palestra, come all’oratorio o in biblioteca questa è una legge per tutti. Accanto ai diritti ci sono anche i doveri. Il nostro istituto partecipa da sempre alle iniziative promosse da biblioteche o associazioni come, per esempio, le giornate del Fai. Partecipiamo alle Olimpiadi della matematica (l’anno prossimo ci sarà anche la mia futura quinta elementare), al Mangiastorie, a Christmas in Europe; organizziamo gli Smile days con una settimana di full immersion con animatori inglesi. E poi la Settimana della scienza in collaborazione con le Università bresciane, quella dello sport con rugby, tennis, bocce, basket e pallavolo per far conoscere altro oltre al calcio. Partecipiamo e animiamo le celebrazioni del 4 Novembre e del 25 Aprile. E poi incontri con reduci, partigiani e internati. E corsi per genitori sull’uso corretto di Internet; con la Polizia di stato sul bullismo. E poi... E poi... Poi ti ritrovi con la palestra devastata durante due notti di fine estate e grazie alla denuncia di uno dei genitori dei vandali scopri che sono stati sette bambini e ragazzi delle Elementari o appena usciti delle Medie che abbiamo avuto sia io che mia moglie. È stato un passaggio molto difficile per noi insegnanti e per i genitori dell’Age che si sono spesi al massimo per la Carta educativa. Probabilmente il nostro impegno non è stato sufficiente. Bisogna fare di più, anche se per quei ragazzi (spesso problematici) abbiamo fatto moltissimo e avevano un buon rapporto con la scuola, ma anche coi catechisti o gli allenatori di calcio. Allora inviterei il mittente della lettera, che ha deciso di non firmarsi, di spostare la sua attenzione magari sulla famiglia. Una recente domenica GdB ha pubblicato la lettera molto bella di un giovane ventenne, assistente dell’arbitro nei campionati giovanili. Tragica la sua constatazione: parolacce, bestemmie, minacce verso l’arbitro venivano dai genitori in tribuna. Bell’esempio anche quello del padre che parcheggia in terza fila e svuota il posacenere sul marciapiede. Il dramma vero è che abbiamo ormai un buon 25% di famiglie che saltano per aria prima che i bambini diventino ragazzi. E poi è dura meritarsi il rispetto dei giovani quando in famiglia sentono solo invettive contro qualsiasi autorità: sindaco, parroco, insegnante, medico, catechista, allenatore, anziano, donna incinta. Tutte da coprire d’insulti. Anche le forze politiche (l’estrema sinistra ha già pagato gli errori del ’68), con Lega e stellati in testa, non contribuiscono certo ad inculcare rispetto per i valori scritti nella nostra stupenda Costituzione. Anche se da 9 anni non ci rinnovano il contratto e nonostante la patente di lazzaroni anche nel 2015 sono sicuro che gli insegnanti bresciani di ogni ordine e grado si rimboccheranno, come sempre, le maniche consunte. Danilo Ravarini Ome
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Condividi l'articolo
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato