Ecco le origini di Lourdes e Fatima

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Lourdes e Fatima, i più importanti luoghi di devozione Mariana per le apparizioni che vi ebbero luogo nel 1858 e nel 1917. Per non incorrere in pericolose e risolutive censure vale, prima di ogni altra narrazione, rifarsi a Crisippo, antico filosofo greco, che interrogandosi migliaia di anni fa, intendeva gli eventi determinati da presupposti necessari, ma non certi e conseguenti causa del loro accadimento. Concetto un poco arduo nella comprensione, ma in questo caso necessario per liberarsi da facili scomuniche. Ritornando ai due paeselli sopra citati sovviene la curiosità di conoscerne l’origine del nome... e normalmente tanti sono i Paesi del mondo con i nomi più vari, con i significati più strani, con le storie più varie. L’origine del nome di questi due paeselli appare di una coincidenza ... stranamente evocativa. Lourdes trae il suo nome da una leggenda che vuole Carlo Magno nel 778 di ritorno dalla Spagna nella lotta per la sua liberazione dall’invasione moresca, imbattersi nel Castello di Mirambel, nelle mani di un capo saraceno, Mirat. Cinto d’assedio il Castello alla fine, tralasciando i fatti curiosi che meriterebbero altro racconto, il capo saraceno si arrese al vescovo, che seguiva il re, e che lo aveva invitato ad offrire la resa alla dama più nobile fra tutte, la Madre di Dio, Nostra Signora di Puy. Così avvenne, anche perché forse Mirat era affamato, benché ovviamente toccato dalla grazia, e convertendosi offrì la resa chiedendo in onore di Maria che tutta la regione del Bigorre fosse sottomessa a Lei sola. Mirat, da cristiano battezzato, prese il nome di Lorus e da qui poi l'attuale toponimo: Lourdes. Fatima trae il suo nome da un’altra storia, altrettanto «curiosa». Alla metà del 1100 Mafalda di Savoia, moglie di Alfonso I Re del Portogallo, riesce a convertire una giovane principessa araba fatta prigioniera dai cavalieri cristiani nella centenaria guerra per la liberazione dall’invasione moresca. Questa giovane principessa, Fatima appunto, poi sposatasi con il Conte di Ourem, verrà poi sepolta nella chiesa che la Regina fece costruire e nella quale scelse di essere essa stessa tumulata accanto alla ormai devota Fatima. Storie dalle coincidenze incredibili e singolari nella unicità delle conversioni accadute. A questo punto pare evidente la necessaria premessa, un poco tortuosa nella comune difficoltà del pensiero filosofico, ma comprensibile nella necessità di non urtare le sensibilità del politicamente corretto con quanto brevemente raccontato. Infatti grazie a Crisippo, l’antico filosofo greco, possiamo immaginare il fatto dell’apparizione in due luoghi che devono il loro nome a mussulmani convertiti al cristianesimo non come presupposto della ricerca obbligatoria della conversione. Così possiamo continuare a credere nella comprensione che noi dobbiamo agli altri anche se forse, certamente senza auspicare lotte e aggressioni, varrebbe la semplice convinzione che l’affermazione della libertà dei propri principi, osservando gli accadimenti nel mondo, debba essere anche da confermare e... da difendere. Eugenio Baresi Brescia

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