Don Pino, esempio di carità per tutti (senza ipocrisia)

La solidarietà, quella vera, l’ho «imparata», da don Pino Valaguzza, nel 1988, a 5000 metri sulle Ande dell’Ecuador. Guardandolo ed ascoltandolo. Guardandolo, quando mangiava solo due biscotti e partiva, a cavallo d’un mulo, verso la comunità più lontana e povera. Ascoltandolo, quando diceva: «Se aiutassi i poveri, mettendoci troppa politica, o troppa religione, starei sbagliando tutto». Pino è morto in quel paese lontano, dopo avere seminato, in silenzio e spesso, in completa solitudine. La solidarietà è questa, piccoli passi, ma quotidiani, senza pensare di poter salvare qualcuno e soprattutto, senza mai strumentalizzare la «persona» che stiamo aiutando. Oggi, siamo tutti indignati per ciò che accade a due passi da noi e tra chi si indigna, ci saranno sicuramente dei «Pino Valaguzza», ma ci sono, altrettanto sicuramente, ipocriti, che strumentalizzano vicende dolorose, nel disperato tentativo di contare ancora qualcosa, politicamente e religiosamente. Allontaniamoli da noi, guardando ed ascoltando chi, con discrezione e impegno quotidiano, sta seminando per cambiare veramente ed in meglio, questa società distratta.
Gabriele Angelo GueriniIseo
Caro Gabriele, prendiamo spunto anche noi dall’esempio che ci porta, tentando di essere più don Pino Valaguzza e meno ipocriti, pure nella vita di ogni giorno. Sforzo non da poco, richiedendo un cambiamento personale, eppure proprio per questo più semplice che pretendere che a mutare siano gli altri. E proprio questa crediamo sia stata la lezione più vera di don Pino, che non ha speso tante chiacchiere per convincere gli altri, bensì ha testimoniato nella pratica, con l’esempio, cosa significhi essere solidali. Un seme che, come dimostra lei, ha messo radici nel profondo e continua a germogliare, ogni giorno. (g. bar.)
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