Dolore condiviso di chi ha un figlio in cielo

AA
Esistono parrocchie dove non si è pianto/piange, per un figlio in cielo? Il parroco ha voluto consolare il dolore irremovibile di tante mamme e di tanti papà, mettendoli in contatto tra di loro, riunendoli periodicamente e guidandoli in un cammino comune, non per piangere insieme, ma perché «si aprano alla speranza» che anche la morte vissuta nella fede può aprire a qualcosa di grande nella vita di una famiglia. Alcuni forse sono rimasti sbalorditi dall’idea, che poi hanno sentito importante, facendo emergere il desiderio sincero di partecipazione per dare e ricevere testimonianze, in un reciproco arricchimento spirituale. Alcuni vivono il loro dramma nella ribellione, altri ancora nella rassegnazione, altri a fasi alterne. C’è un’urgenza di relazionarsi con altri genitori che hanno vissuto anni prima lo stesso dramma... Il gruppo non può togliere il dolore che si sta vivendo ma offre delle opportunità che invito a considerare, l’incontrare persone che vivono lo stesso dramma per una condivisione e un confronto, avere l’aiuto di una persona preparata per guidarci nella nuova difficile situazione, il cercare un’altra mamma che abbia vissuto anni prima il medesimo lutto, per chiedere come è riuscita a vivere con quel dolore, l’essere stata cercata a mia volta da un’altra mamma colpita dalla medesima disgrazia qualche tempo dopo, l’aver incontrato e conosciuto altri genitori con i quali è nato istintivamente un rapporto di amicizia in virtù di quella gravissima perdita che ci accumuna, aver sentito le dichiarazioni di alcuni genitori intervenuti al gruppo, solo per vedere come hanno fatto gli altri a sopravvivere. Un percorso di «ritorno a vivere» con speranza e fiducia in noi, attraverso la fede a percorrere per quanto possibile il cammino del nostro «nuovo vivere». Certamente questo gruppo non può darci quello che ci è stato tolto, ma sicuramente è un importantissimo supporto e stimolo per andare avanti in un mondo nel quale altri genitori sono nelle nostre situazioni che piangono come facciamo noi e per i quali le giornate sono sempre le stesse. Il gruppo «figli in cielo» riunisce questi genitori così provati e li accompagna nel difficile cammino di rinascita. Tutto questo non vuole essere un manuale tascabile, o un fai da te sulla morte e sul dolore, né uno studio psicologico sulle famiglie che hanno vissuto la perdita di un figlio e nemmeno sul modo di trattare i genitori colpiti da questo tremendo dramma «non si può insegnare qualcosa a un uomo puoi soltanto aiutarlo a scoprirla dentro di sè» (Galileo). Non ci sono calendari per il dolore, ogni persona deve prendersi il tempo necessario per superare il lutto, sappiate che i nostri figli non sono «partiti» senza un buon motivo, Dio lo conosce, lo dirà quando giungeremo da Lui, per essere di nuovo insieme a loro. Gesù propone sommessamente una parola di fede, un briciolo di speranza per convivere con «sorella morte», prima che su altre strade, la delusione sia fortissima. Nessuno può ridare la vita fisica ai nostri figli morti, quanta saggezza e quanta fede nelle parole del re Davide, pronunciate dinnanzi alla morte del figlio «Io andrò da lui, ma lui non ritornerà da me». La parola di Gesù è rivolta oggi a chi è prostrato nel dolore, «dico a te... alzati...» per guardare il cielo e continuare la vita con sì, una assenza incolmabile, ma che può diventare una nuova presenza. Pertanto i genitori dei «figli in cielo» aspettano tutti i genitori che vogliono condividere il loro grande dolore la prima domenica di ogni mese alle ore 16 presso il Santuario di Maria Madre della Chiesa. La mamma di Diletta

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