Disappunto sull’area per i cani del Comune

AA

Anche in questa sede mi vedo costretto a esprimere il mio fermo disappunto, se non indignazione, in relazione alla scelta del Comune di Rezzato di adibire ad «area di sgambamento cani» i giardini pubblici posti in via Kennedy a Rezzato, a pochissimi metri dalle residenze private - la mia compresa - che si affacciano sulla pubblica via. La situazione creatasi è inaccettabile sotto diversi profili, giuridici e fattuali. Il colloquio intercorso tra una rappresentanza di oltre 30 firmatari di una pubblica sottoscrizione contraria alla scelta del Comune e il vicesindaco Ogna, malgrado alcune promesse e rassicurazioni fornite da quest’ultimo, è rimasto del tutto privo di opportuno seguito da parte del Comune. Così pure le formali lettere raccomandate spedite all’ufficio Ecologia ed Ambiente. La petizione sottoscritta e presentata da numerosi residenti della via evidenziava come il Comune non abbia affatto interpellato questi ultimi sulla scelta di destinare la zona ad area cani, cosa che sarebbe stata opportuna, se non altro in ossequio al principio di trasparenza e correttezza della P.A. La decisione di allestire l’area cani, inoltre, non presenta il minimo criterio logico, perché, se da un lato è condivisibile la scelta di adibire uno spazio di verde pubblico ad area cani, dall’altro ciò non può avvenire con nocumento e disagio delle abitazioni poste a pochissimi metri dell’area prescelta e ciò verosimilmente in spregio alle norme sulla disciplina delle distanze e del rumore. A mero titolo informativo, è opportuno sapere che moltissimi Comuni del Nord Italia, nel disciplinare le aree destinate a cd. «sgambamento cani», hanno stabilito che esse non possano essere costruite a meno di 40 metri dalle abitazioni private. Non vi è stata, inoltre, alcuna delibera di Consiglio o determina del funzionario competente circa l’approvazione di tale decisione, che appare perciò improntata al più assoluto arbitrio della Pubblica Amministrazione e irrispettosa di quanto stabilito dal Regolamento del verde pubblico adottato dal Comune di Rezzato. Gli escrementi spesso non vengono raccolti. Il tappeto erboso, a causa delle deiezioni animali, non cresce più. Sono proliferati gli insetti e le zanzare. Il tutto in un’area di diverse centinaia di metri quadrati. Anche la gestione da parte di alcuni utenti, che si ritengono legittimati a fare tutto ciò che aggrada loro o i loro animali, crea enorme disagio per i residenti: l’area, pur essendo dotata di recinzione e cancello d’ingresso con serratura, è aperta 24 ore al giorno: in non poche occasioni, capita che i proprietari dei cani si rechino nel cuore della notte o alle prime luci dell’alba in detta area, o in orari deputati al riposo delle persone e si intrattengano, specie nei fine settimana, chiacchierando abitualmente ad alta voce, profittando anche delle panchine poste all’interno della recinzione; i litigi tra gli utenti sono frequenti e diverse persone consumano birra ed alcoolici nell’area, bivaccandovi per ore. Ogni ragionevole limite di sopportazione è ormai stato superato; il Comune di Rezzato - che continua a percepire dai cittadini, ancorché scontenti, le tasse che gli spettano per legge, non ha adottato alcuna iniziativa per alleviare i disagi descritti; neppure le paventate iniziative giudiziarie hanno svolto l’effetto auspicato. Mi chiedo, infine, se abbia senso appesantire il carico di lavoro dei Tribunali per questioni che potrebbero essere risolte con un minimo di raziocinio da parte della Pubblica Amministrazione. Ma tant’è: nel nostro bel Paese le cose vanno così.

// Francesco Chiodi
Rezzato

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato