Del portale sabaudo si sapeva: allora perché il ritardo?
Con riferimento specifico alle notizie apparse sul Giornale di Brescia dell’8 aprile sull’impossibilità macroscopica di rispetto dei tempi di riapertura del sottopasso ferroviario di via Corsica, constato, una volta di più, che molti enti e persone che hanno il diritto-dovere di controllare, ciascuna per il loro settore di responsabilità, dimostrano con i fatti un disinteresse completo per i disagi che i singoli cittadini debbono subire per le loro mancanze di controllo e per le conseguenti necessarie azioni che avrebbero dovuto, o quantomeno potuto, fare per diminuire i disagi. In particolare non capisco perché se è vero, come affermato nell’articolo, che la Sovrintendenza aveva espresso due anni fa parere negativo all’abbattimento del portale sabaudo non si sia provveduto già nei vari intervalli degli altri lavori a questa incombenza e perché nessuno ne abbia tratto le conseguenze sul cronoprogramma della riapertura e perché la Sovrintendenza stessa si accorga solo ora di questo e abbia anche la spudoratezza di affermare di non avere ancora deciso le modalità di rimontaggio del portale. Mi sembra opportuno pertanto che il Consiglio di quartiere Don Bosco, all’interno del quale ho la mia residenza, si attivi con urgenza a chiedere: di accorciare i tempi di ripristino e riapertura, anche con l’esecuzione su più turni, anche notturni, dei lavori; di anticipare, per quanto tecnicamente possibile, almeno il passaggio ciclo-pedonale; di considerare i maggiori danni, oltre ai disagi, degli esercenti le attività commerciali a sud del sottopasso, anche con una proroga o rivalutazione delle indennità economiche a suo tempo predisposte a loro favore dal Comune di Brescia. Termino lamentando che l’articolista e il Giornale non abbiano manifestato, nemmeno loro, alcuna preoccupazione per i disagi dei cittadini che meriterebbero, a mio giudizio, almeno pesanti deplorazioni pubbliche per questo macroscopico non rispetto dei tempi e mancanza di controlli che già durante i lavori avrebbero potuto evitare un così lungo e ancora incerto periodo di chiusura.
// Claudio OttavianoBrescia
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