Cultura e controlli antimafia: quanto conta il confronto

In qualità di Presidente della Commissione Speciale Antimafia, Anticorruzione, Trasparenza ed Educazione alla Legalità, desidero rispondere con attenzione al contributo del dottor Zipponi, Presidente del Collegio dei Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Brescia. Ritengo importante sottolineare il ruolo cruciale che la figura del geometra riveste nell’ambito edilizio e urbanistico. La sua capillare presenza sul territorio, unita a competenze tecniche specifiche e a un rigoroso rispetto dell’etica professionale, lo pone in prima linea nella prevenzione e nel contrasto alle infiltrazioni mafiose, collaborando attivamente con le istituzioni. Agendo con integrità, i geometri possono rappresentare un presidio fondamentale nella rilevazione di frodi e collusioni. Tuttavia, proprio la loro posizione di prossimità alle pubbliche amministrazioni, può esporli a pressioni o tentativi di cooptazione da parte delle organizzazioni criminali. A partire dagli anni ’90, basti pensare all’indagine «Mafia e Appalti», sono emersi numerosi casi di professionisti coinvolti in reati di associazione mafiosa, a dimostrazione di quanto siano ritenuti «funzionali» allo sviluppo delle attività illecite da parte delle mafie. La Commissione che presiedo - su proposta del Comitato Tecnico Scientifico - ha avviato un monitoraggio per verificare se, nei procedimenti di sanatoria edilizia, i Comuni lombardi abbiano effettuato i dovuti controlli sui requisiti soggettivi dei richiedenti. L’obiettivo è evitare che soggetti con precedenti per mafia o riciclaggio possano accedere a facilitazioni amministrative. A beneficio dei lettori, ricordo che la normativa prevede l’esclusione dalla sanatoria edilizia per quegli abusi edilizi connessi ad attività mafiose o di riciclaggio. In particolare, la sanatoria può essere negata nel caso in cui gli abusi siano stati realizzati da soggetti indagati o condannati per tali reati, o comunque per loro conto. È utile precisare che la verifica dei requisiti per il rilascio della sanatoria non compete all’ufficio tecnico comunale, né al geometra incaricato, bensì all’ufficio legale dell’ente. Tale procedura, prevista dal D.L. 269/2003, non comporta ulteriori oneri per l’amministrazione. I primi risultati del monitoraggio evidenziano una preoccupante disomogeneità: solo una ristretta minoranza di Comuni ha attivato controlli puntuali, segnale di una fragilità sistemica che rischia di compromettere l’efficacia delle politiche antimafia nel comparto edilizio. In una provincia come quella di Brescia, non dovrebbero destare allarme alcune righe aggiunte nei moduli, quanto piuttosto la documentata presenza della ‘ndrangheta - con una Locale accertata a Lumezzane - della Camorra e della Sacra Corona Unita. Oggi le mafie non cercano più di imporre un controllo militare del territorio, ma preferiscono operare attraverso riciclaggio, investimenti e penetrazione nell’economia legale. Infine, è doveroso riflettere sul tema della semplificazione normativa. Una semplificazione non accompagnata da adeguati strumenti di controllo può, seppur involontariamente, agevolare l’infiltrazione mafiosa, consentendo alle organizzazioni criminali di ottenere appalti e agevolazioni tramite imprese «pulite» o intestazioni fittizie. La Commissione Speciale Antimafia ribadisce quanto già sostenuto da autorevoli enti quali la Dia (Direzione Investigativa Antimafia) e l’Anac (Autorità Nazionale Anticorruzione). Ringrazio il giornale per la costante attenzione che dedica ai temi della legalità e della cultura antimafia, offrendo spazio a un dibattito pubblico consapevole. Il confronto tra istituzioni, professionisti, imprese, politica e stampa è virtuoso quando orientato da un obiettivo comune: la difesa della legalità.
Paola PolliniPresidente della Commissione Speciale Antimafia, Anticorruzione, Trasparenza ed Educazione alla Legalità
Cara presidente, il tema è tanto sensibile e delicato che non ce la siamo sentita di tagliare nemmeno un passaggio, facendo eccezione e lasciando la lettera, pur lunga, per intera. Tutto (quasi) chiaro, tutto (circa) comprensibile, a cominciare dall’obiettivo condiviso: difendere la legalità per non dare spazio alle associazioni di criminalità organizzata. Proprio per questo l’appello del presidente del Collegio dei geometri non deve andare perso. Noi, tale appello, lo abbiamo inteso così: non pensiamo di combattere le mafie aumentando la burocrazia. Non è infatti la moltiplicazione delle regole a fare da deterrente, bensì la loro semplicità, unita alla certezza che nel caso di infrazione si incorra in una pena. Evitare che il ricco o il potente la facciano franca, sfruttando postille e cavilli, mentre il povero diavolo di tecnico sudi sette camicie e viva nella perenne incertezza sarebbe un buon primo passo per remare dalla stessa parte, educando alla legalità e non soltanto imponendola. (g. bar.)
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