Criminali violenti «a casa nostra». Di chi è la colpa

Lettere al direttore
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«Biella: donna violentata e minacciata di morte dal muratore egiziano davanti al figlio di quattro anni». In Egitto non l’avrebbe mai fatto. C’è la pena di morte... Se arriva in tribunale, poiché a volte ci pensa la famiglia della vittima a «regolare» i conti. In Italia le vittime ringraziano la sinistra buonista, geneticamente ebete, culturalmente masochista e la destra populista, parolaia e inconcludente.

Gianluigi Rimedi

Caro Gianluigi, chi è forte delle proprie ragioni non teme il confronto, su nulla. Perciò le rispondiamo volentieri, ribattendo che non è così. Non è vero che «in Egitto non l’avrebbe mai fatto perché c’è la pena di morte». La tragedia è che l’avrebbe fatto là come l’ha fatto qua e va fermato qua, perché là, con violenza che risponde a violenza, non l’hanno fermato. Non è un’opinione, bensì un dato di fatto. Altrimenti Egitto, ma anche Cina, Iraq, Yemen e pure Stati Uniti sarebbero Paesi a bassissimo tasso di omicidi, invece è il contrario. E dove è la famiglia «a regolare i conti», peggio ancora. Sappiamo che di fronte a certe notizie monta una rabbia che acceca il lume della ragione, ma non possiamo cancellare il percorso di civiltà che proprio gli italiani hanno avviato (pensiamo al Beccaria), facendoci trascinare a nostra volta in una spirale oscura. (g. bar.)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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