Cremazione: perché portarla (per forza) a Chiari?

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Ho appreso dal giornale la triste notizia della scelta del Comune di Chiari di fare un forno crematorio a Chiari. Io e i cittadini che ho avuto modo di sentire la troviamo una cosa deplorevole. Perché una così triste realtà proprio a Chiari? Il sindaco ha dichiarato: «Non ci saranno ricadute ambientali gravi». Dall’affermazione si deduce invece che ci potrebbero esser delle ricadute. Se ho ben capito, la zona individuata è vicina a due supermercati e a una via con numerose ville costruite di recente. Non è in aperta campagna. Di certo non aiuta a migliorare l’inquinamento che c’è già. Spesso arriva un olezzo nauseabondo dalla zona del cimitero a lambire le tante case che sorgono nella zona del cimitero. Inoltre l’impianto potrebbe danneggiare l’armonia e la bellezza delle mura esterne del nostro bel cimitero, viste dalla campagna. Sicuramente Chiari, già satura di traffico, subirebbe un ulteriore aumento del traffico stesso; sarà pertanto un impatto ambientale negativo. La cremazione oramai è diffusa, ma non capisco la smania di questa amministrazione di portarla a Chiari, come se fosse la cosa più bella del mondo. Ci sono luoghi più adatti e non lontani per costruire questa enorme struttura. Altri Comuni più avveduti hanno declinato questo onere. Spero ardentemente che questo progetto non vada in porto. Anche se è un’altra storia, non posso non ricordare un triste e tragico passato.

// Un clarense che ama Chiari
Chiari
Gentile lettore, esito a dar spazio alle lettere senza firma per temi sui quali esprimere opinioni (legittime) non comporterebbe rischi particolari. Ma in questo caso transigo perché l’argomento è di interesse generale. Nel Bresciano (come in tutta Italia), infatti, si registrano sempre serrate polemiche sulla dislocazione di infrastrutture di vario genere e portata, ma tutte in qualche modo collegate ai bisogni del territorio. Nel caso specifico a Chiari (ma non è la sola realtà locale alle prese col problema) si tratta del forno crematorio visto l’aumento del numero di persone che chiedono - a Chiari come in altri posti - di esser cremati. L’obiezione alle obiezioni sollevate (e motivi in contro si trovano sempre) è semplice: quale paese o realtà territoriale dovrebbe sobbarcarsi l’onere di assolvere a questo compito? Mi sembrerebbe più ragionevole (anche se non semplice) che per queste strutture (come per i depuratori, gli impianti per i rifiuti, ecc.) si ragionasse di più in termini comprensoriali, si chiedessero accurate valutazioni d’impatto ambientale, si parlasse di compensazioni per i paesi più adatti ad ospitarle, di servizi adeguati a supporto... Insomma, non ci si limitasse a dire e ribadire solo: «non fatele nel mio cortile». (g.c.)

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