Contrassegni e segnaletica: i nostri disagi a Sirmione

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Ritengo doveroso, per evitare che una simile situazione possa ripetersi in futuro coinvolgendo altre persone nella mia stessa condizione, far presente quanto accaduto a Sirmione sabato 20 aprile u.s. Sono titolare di un contrassegno valido per tutta l’Unione Europea per una disabilità che limita fortemente le mie possibilità di deambulare e rende necessaria la presenza costante di un accompagnatore. Desideravo andare ancora una volta, come già fatto spesso negli anni passati, alle Grotte di Catullo, e avrei dovuto quindi attraversare il centro della città: all’ingresso della zona a traffico limitato, erano circa le 13, siamo stati però informati da un agente della Polizia locale che per accedere alla zona da quest’anno era necessario chiedere preventivamente un’autorizzazione al Comune. Evidentemente, né il sabato di Pasqua né i giorni festivi successivi avremmo trovato un impiegato che potesse rilasciarci il permesso: e quindi pazienza, anche se trovo piuttosto strano che gli ospiti degli alberghi possano circolare liberamente nel centro di Sirmione e un turista disabile invece no. Tra l’altro, l’ordinanza a firma del responsabile dell’area vigilanza, dott. Roberto Toninelli, sembra chiaramente escludere i disabili in possesso di un contrassegno conforme al modello europeo, dall’obbligo del contrassegno specifico rilasciato dall’Amministrazione comunale. Ma torniamo all’episodio di cui intendo riferire qui. Lo stesso agente ci ha informati che con il contrassegno avremmo potuto parcheggiare liberamente sui posti riservati ai disabili all’ingresso della città. Ci siamo dunque diretti al piazzale Porto ma lì tutti e sei i posti per disabili erano chiusi e un cartello avvisava - senza ulteriori spiegazioni - che dal 20.4 al 2.5 era vietato il parcheggio. Impossibile trovare un parcheggio neppure su lungolago Diaz e viale Marconi, così ho dovuto scendere in largo Goethe e, accompagnato da mia moglie, cominciare a camminare verso il centro. Mia figlia, nel frattempo, riusciva finalmente a trovare un parcheggio a pagamento all’altezza di viale Marconi 39 e si incamminava per raggiungerci in centro. All’incrocio tra viale Marconi e largo Faselo Bitinico, di fronte all’ufficio postale, notava, su un cartello che indicava alcuni posti per parcheggio limitato a 30 minuti, un foglio visibile solo da vicino (suppergiù formato A4) che informava che dal 20.4 alle 12 al 2.5 alle 8 il parcheggio era riservato ai disabili. I posti erano tutti occupati, sebbene solo un veicolo esponesse un contrassegno per disabili. Al proposito, vorrei fare le seguenti considerazioni: - in piazzale Porto, in prossimità dei parcheggi per disabili che erano stati chiusi, non c’era nessuna indicazione che informasse del parcheggio provvisorio di fronte all’ufficio postale; - gli agenti della Polizia locale non erano a quanto pare neppure loro informati di questa possibilità. Mia figlia ha comunque rinunciato a cercare spiegazioni al riguardo e ci ha raggiunti nel centro di Sirmione, da dove siamo poi tornati - sempre camminando, e con sempre maggiore fatica - alla nostra auto. Prima di lasciare Sirmione, siamo passati di nuovo in largo Goethe per avvertire la Polizia locale dei posti di parcheggio provvisori per disabili di fronte all’ufficio postale, in modo che in futuro eventuali disabili potessero esserne informati; con l’occasione, volevamo anche far notare che i posti erano occupati quasi esclusivamente da auto senza l’apposito contrassegno. La conversazione svoltasi in inglese intorno alle 16.15 tra mia figlia e l’agente di Polizia in servizio (che non aveva alcun badge o simile di riconoscimento) è stata però alquanto sgradevole. L’agente ha reagito in modo assai scortese e non ha manifestato alcuna volontà di collaborare: ha detto che lui e il suo collega non avevano tempo di occuparsi della questione dei parcheggi per disabili e che non spettava a loro il compito di garantire che fossero tenuti a disposizione degli aventi diritto. L’agente ha poi aggiunto che avremmo potuto parcheggiare in una zona di carico/scarico proprio in largo Goethe, equivocando a quanto pare sul fatto che noi stessimo arrivando anziché partendo. Mia figlia ha replicato che avremmo apprezzato molto avere la stessa offerta al mattino, e a questo punto l’agente ci ha urlato «You have a problem». Io gli ho allora mostrato il mio contrassegno europeo per disabili, e gli ho chiesto se intendesse che quello era il problema. L’agente ha reagito in modo molto aggressivo, e ha urlato di nuovo ripetutamente «You have a problem». A quel punto mia figlia gli ha fatto presente che avremmo informato della cosa il Comune di Sirmione, e l’agente ha continuato a urlare «You have a problem» finché non abbiamo rimesso in moto e siamo andati via. Come si può facilmente capire, un simile comportamento ci ha profondamente turbati e offesi, specialmente perché da parte nostra non c’è stato alcun intento aggressivo ma semplicemente il desiderio di evitare ad altri disabili lo stesso disagio subìto da me. Da anni io e la mia famiglia passiamo piacevoli vacanze sul lago di Garda, e speriamo davvero di non dover più avere esperienze così sgradevoli come quella qui descritta.

// Manfred Karmann
Prutting (Germania)
Gentile amico, la vita di persone disabili presenta già di per sé qualche complicazione; capisco la sua preoccupazione: non è il caso di crearne ulteriori, laddove è possibile. Anzi, semmai, l’obiettivo delle istituzioni dovrebbe essere sempre quello di semplificare loro la vita. Anche con piccole cose quali verificare la corretta ed adeguata collocazione della segnaletica, sanzionare l’utilizzo abusivo dei posti-disabili... e soprattutto mantenere sempre quello clima di ospitalità, che in particolare nelle aree turistiche è componente fondamentale del «buon nome» del posto. (g.c.)

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