Commosso ricordo del professor Faustino Savoldi

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È scomparso il 15 gennaio scorso a Pavia il Prof. Faustino Savoldi già Direttore della Clinica neurologica di quella Università, scienziato, oltre che medico e docente, di grande fama, anche internazionale. Era un bresciano Doc, figlio di Giovanni, per lunghi anni consigliere comunale del Psi e Presidente degli Spedali civile di Brescia e nipote del leggendario Bigio Savoldi, uomo simbolo dei socialisti bresciani del dopoguerra, nonché cugino di Gianni, deputato al parlamento. Poiché Faustino s’era trasferito definitivamente a Pavia sin dal tempo degli studi, la notizia non ha avuto eco localmente, mentre ha avuto grande risalto sulla stampa pavese e negli ambienti scientifici. Ebbi la ventura di frequentare con Lui l’intero corso del liceo Arnaldo dal 1944 al 1949 e condivido l’onore, con i non molti sopravissuti, di averne conosciuto la personalità versatile, l’intelligenza duttile e superiore, le spiccate doti di leader del caro Faustino, unite ad una brescianità genuina, anche nella parlata, fatta di aforismi e battute lapidarie, entrate nella leggenda della nostra generazione. Era nato e cresciuto nella parte nord della città posta tra Borgo Trento e Porta Pile, che qualche vecchio bresciano chiama ancora «Isolabella» e lì aveva giocato sul greto del Garza ancora scoperto oppure, ormai ginnasiali, tiravamo insieme calci ad un pallone in via Chiassi, allora strada periferica completamente libera. Non era nato in ambiente da piani alti ove non serve molto per assurgere ai fasti accademici, anzi gradiva mischiare alla sua superiore intelligenza i semplici gusti comuni delle nostre remote giovinezze, da amiconi talvolta fuori dalle righe; Coppi-Bartali, la squadra di calcio, le dispute sugli arbitraggi di calcio, le battute sulle ragazze. Ma quando affrontava gli studi lo faceva, sin da ragazzo, con determinazione fermissima e la sua non comune capacità di apprendimento ed assimilazione di ogni disciplina lo poneva sempre ai primi posti di merito. Essendo dotato di sufficiente agiatezza familiare che gli evitò la necessità di dover porre a profitto in fretta la sua laurea in medicina, ne approfittò in senso positivo iniziando,sin dai tempi degli studi accademici, la ricerca sul sistema nervoso che gli consentì per meriti esclusivamente scientifici di arrivare a meno di cinquant’anni alla cattedra pavese di neurologia ed alla direzione della clinica universitaria. Nella maturità poi, con una voglia giovanile di andare oltre l’esame e le terapie del cervello, iniziò una serie di studi ricercando il collegamento tra neuroscienze e scienze filosofiche che lo costrinsero alla rilettura dell’intera filosofia occidentale che Egli compì con stupefacente agilità, degna del suo talento, culminate nell’opera recente «La Coscienza», scritta con il collega neurologo Ceroni ed il filosofo Vanzago, che Egli non potè presentare alla sala Verri di Milano perché già sofferente. Ho perduto un grande ed autorevole amico e mi sento irrimediabilmente solo. Abbiamo noi tutti bresciani perduto uno scienziato che ha onorato la nostra provincia.

// Avv. Ugo Negroni
Brescia

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