CidneOn, il ruolo e il grande lavoro degli studenti

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CidneOn: una grande emozione! Soprattutto per chi, come me, conosce ogni angolo del Castello di Brescia, avendolo vissuto attraverso i giochi, da bambina, le passeggiate da ragazza e le visite ai musei e ai siti storici, da adulta. Lo si gusta sicuramente da una prospettiva diversa, molto suggestiva e surreale! Ho apprezzato la sensazione di essere immersa nei movimenti della luce che danzano con la musica e l’accostamento della tecnologia all’antichità. Sicuramente questo allestimento ha richiesto una complicata e strutturata organizzazione che ha dato un ottimo risultato. Insieme alla creatività dell’artista e agli aspetti architettonici e tecnici c’è anche l’opera non meno importante della manovalanza che, seguendo le direttive, ha trasportato materiale, piantato pali sotto la pioggia fredda del primo giorno di preparazione, con mani e piedi nel fango, percorso decine di volte le strade d’accesso da San Faustino e da piazzale Arnaldo per portare le «consegne» alla gente in attesa e fornito pazientemente informazioni al pubblico nelle varie postazioni durante le giornate del Festival. Sto parlando delle ragazze e dei ragazzi della 4ª D liceo linguistico dell’istituto «Lunardi» di Brescia, che, insieme agli studenti di altri tre istituti della città, hanno svolto l’alternanza scuola-lavoro proprio in Castello. Un’esperienza molto coinvolgente, sia dal punto di vista fisico e manuale, che dal punto di vista emotivo e personale. Un’occasione per mettersi in gioco e misurarsi con se stessi. Non dimentichiamo quindi, quando parliamo di «CidneOn», il lavoro gratuito di tutte queste ragazze e ragazzi, che hanno contribuito in modo fondamentale alla realizzazione dell’evento. Brave ragazze! Bravi ragazzi!

// Emanuela Facci
Bovezzo
Gentile lettrice, l’intuizione degli Amici del Cidneo di offrire ai bresciani l’opportunità per un re-incontro con il «loro» castello, si è rivelata davvero felice, come ha provato la risposta data dalle 150mila persone che hanno raggiunto il ponte d’accesso per ammirare lo spettacolo di luci che per cinque sere ha dato un nuovo volto ad un antico compagno di vita della città. Ma felice lo è stata anche per le energie che ha messo in moto, incluse in particolare quelle dei giovani liceali e degli altri volontari, che hanno consentito che l’evento decollasse al meglio, nonostante i problemi e i disagi di accesso che si sono registrati. È giusto sottolineare la generosità di tutti loro. E dir loro un grande e affettuoso grazie. Ma mi piace credere che proprio in virtù di questa esperienza di servizio si stia realizzando anche un ideale passaggio di testimone, un naturale coinvolgimento delle giovani generazioni nella salvaguardia e nella valorizzazione di un patrimonio così importante per Brescia, che vada oltre le date dell’evento. Per tutti può valere da lezione, comunque, che lasciando aperte le porte ai giovani e favorendone la partecipazione, probabilmente avremo più sorprese, e belle, da raccontarci. Senza aspettare la nuova (a questo punto ci verrebbe da dire: obbligatoria) edizione del Festival delle luci. (g.c.)

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