Chiudere l’aeroporto di Montichiari

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In qualità di consigliere dell’associazione Cambia Rotta con sede in Carpenedolo, vorrei anch’io intervenire sulla vicenda dell’aeroporto Gabriele D’Annunzio di Montichiari. Come associazione siamo convinti che questa struttura non abbia ragione di esistere. Posizione radicale e contro il «progresso?». No, solo realistica e cerco di spiegarlo per sommi capi. 1. La struttura aeoroportuale inaugurata nel 1999 sta solo accumulando debiti e anche spreco di denaro pubblico pari ad 80 milioni di euro in 14 anni. 2. Vi sono 11 aeroporti nel nord Italia tra Torino e Trieste, e ben 5 nel raggio di 120 km. Non esiste al mondo una così elevata concentrazione di strutture aeroportuali. 3. Da uno studio del luglio 2010 commissionato da Enac a One Works- Kpmg-Nomisma, solo 14 scali nazionali sono considerati strategici, dieci di interesse nazionale e quindi recuperabili e 24 da chiudere (solo metà oggi sono in funzione). Tra le vittime c’è proprio Brescia-Montichiari. Attorno agli scali considerati fondamentali (tra cui Fiumicino, Malpensa e Venezia), si dovrà costruire la strategia di sviluppo del Paese. L’idea portante è quella di fare delle scelte razionali in linea con il contesto europeo e quindi favorire la massima concentrazione sui tre sistemi aeroportuali maggiori. Dal piano emerge che si deve dire addio all’era del proliferare spontaneo di scali. Si ricorda infatti che Brescia centro dista 46 km da Orio e 76 da Sommacampagna (Verona) e ciò fa comprendere la mancata razionalità dell’aeroporto di Montichiari in un’area già ben servita. 4. L’area è fortemente antropizzata con almeno 100mila cittadini che subiscono il rumore e l’inquinamento degli aeromobili. I comuni interessati al sorvolo degli aerei sono: Carpenedolo, Calvisano (frazione Mezzane) Castenedolo (S. Giustina in primis), Montichiari (S. Antonio, S. Bernardino, Santellone in primis), Montirone, Poncarale, Borgosatollo, Rezzato. Mi spiace quindi di contraddire il dinamico Dario Ballotta, responsabile regionale trasporti per Lega ambiente quando afferma «il D’Annunzio è l’unico aeroporto del Nord Italia che non è accerchiato dalle case e se si sviluppassero le attività cargo o passeggeri sarebbe l’unico che rispetterebbe le norme vigenti sul rumore». Non so quindi in base a quali elementi faccia queste osservazioni. A Carpenedolo per esempio gli aeromobili sfrecciano a 200 metri dal campanile e grazie ai voli notturni di Poste italiane disturba il sonno di 12mila cittadini dalle 23 all’una di notte e dalle due alle tre di notte a nord della pista. Come associazione sappiamo che tutte le forze politiche, di destra e di sinistra, sono per un potenziamento dell’aeroporto e vedono con favore l’accordo tra Bergamo, Verona e Venezia che dovrebbe portare 6.000 voli cargo all’anno tra atterraggio e decollo, oltre al ritorno di Ryanair. Come un ragno che tesse la sua tela in modo lento ed inesorabile, le autorità provinciali e regionali stanno costruendo una serie di infrastrutture tutte a favore dell’aeroporto (Brebemi, Corda molle, fermata della Tav a Montichiari ecc.). L’aeroporto di Montichiari è una bomba ad orologeria innescata che prima o dopo scoppierà e renderà invivibili molti paesi della bassa. Mi auguro che il nuovo presidente della Provincia Pierluigi Mottinelli ed il suo consigliere delegato sindaco di Castenedolo Giambattista Groli sappiano ascoltare il territorio e non solo i comuni confinanti con il sedime aeroportuale per mettere in atto, visto che la chiusura dell’aeroporto è auspicata da Cambia rotta ma realisticamente poco probabile, una serie di interventi per ridurre l’impatto ambientale del D’Annunzio. Per esempio è indispensabile un nuovo studio di impatto ambientale (Sia) in quanto quello esistente è vecchio di 15 anni e non tiene conto dei voli notturni postali e neppure del potenziamento che dovrebbe realizzarsi entro il 2015. Questo studio dovrebbe valutare nuove rotte sia in fase di atterraggio che di decollo per ridurre l’inquinamento acustico e ambientale. Inoltre non potrebbe non tener conto dell’ambiente circostante già costellato di discariche dismesse, attive ed in fase di autorizzazione. Per esempio esiste il rischio di impatto bird strike tra le migliaia di gabbiani che stazionano sulle discariche e gli aeromobili in fase di decollo. Prima dell’incremento del Pil viene la tutela della salute delle persone. Roberto Messedaglia Consigliere Cambia Rotta Carpenedolo

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