Cerbiatto morto, selezione naturale un bel corno !

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Il cerbiatto della Valgrande. Selezione naturale un corno! Sono arrabbiatissima per non piangere. Quando non c’era il pericolo di essere «fucilati» appena messo il muso fuori dal Parco, i cervi affamati dalle imponenti nevicate potevano scendere la valle per nutrirsi, anche fino al lago. Mi sembra che si possa paragonare la situazione a quella degli Indiani d’America, i veri proprietari del territorio, massacrati e confinati nelle riserve a morire di fame per «selezione naturale». In Austria, d’inverno, ovunque nei boschi in aiuto ai cervi, caprioli e daini, rastrelliere con fieno e perfino il panetto di sale su un palo di sostegno. Evidentemente un paese più rispettoso della fauna selvatica o più civile. In ottobre, quando come da diversi anni, ci siamo recati in Valgrande, in alta Valle Camonica a sentire «il bramito dei cervi», una scena da fiaba ci aveva colpito. Ovviamente abbastanza al riparo spuntava il palco di un cervo maschio sdraiato, accanto su un masso rialzato, la femmina ed un piccolo Bambi che «bocciava» succhiando il latte. Incantati avevamo però constatato che pareva piuttosto tardiva la venuta al mondo del cucciolo, forse perché anche l’anno scorso la primavera si era fatta attendere a lungo. Abbiamo sperato quindi in un inverno clemente, augurando tanta fortuna alla famigliola. La fotografia del giovane cervo morto, pubblicata sul giornale mi ha sconvolto. Sarà il «nostro» cerbiatto? No, non ci riesco, mi sto mettendo a piangere e non mi vergogno a farlo sapere. Enrica Zugni Iseo

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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