Caso Pcb, l’Asl informi bene i cittadini
Lettere al direttore
Sono una bresciana ed amo la mia città, ritengo di essere un’ecologista moderata. Sarebbero tanti gli argomenti da trattare ma in questo periodo quello che mi sta particolarmente a cuore, poiché direttamente interessata è l’inquinamento da policlorodifenili. L’articolo inerente alla salute pubblicato sabato 8 febbraio mi ha lasciato a dir poco sconcertata. Come può il direttore dell’Asl denunciare gli ambientalisti perché avrebbero diffuso dati scorretti procurando allarme alla popolazione. Ma come è possibile invece tranquillizzare la medesima popolazione o meglio, non informarla in modo obiettivo lasciandola vivere nel limbo, nell’illusione che sia tutto sotto controllo e come riportato dallo stesso articolo puntualizzare che: «Non esistono rischi sanitari». Quasi tutti sanno che Brescia è una delle città più inquinate d’Italia e nonostante ciò la classe dirigente tenta ancora di illuderci dicendo che va tutto bene! O paradossalmente di zittirci con una denuncia! A volte penso che questi «personaggi» che detengono il potere ignorino totalmente alcuni valori, sono tanto impegnati a cercare di mantenere il potere e l’immagine che il bene comune spesso non viene neppure preso in considerazione, a tal proposito voglio però ricordare che nessuno è immune e con la salute sarebbe opportuno non scherzare. Fortunatamente esistono gli ambientalisti che a volte sono costretti a «calcare la mano» per sensibilizzare l’opinione pubblica, altrimenti neppure sarebbero presi in considerazione e se questi presunti falsi allarmi hanno fatto riflettere alcuni cittadini, personalmente considero la cosa positiva. Sulla stessa pagina del giornale vi è anche un articolo inerente all’inquinamento dai Pcb dove l’Asl afferma che non esistono rischi sanitari e nel contempo convalida l’attuale ordinanza del Sindaco che pone alcuni limiti all’utilizzo del territorio contaminato, ma tutto ciò non è una contraddizione! La cosa ancor più grave è che mentre vige il divieto di consumare i prodotti della terra inquinata dai Pcb, le neo mamme vengono invitate a continuare l’allattamento senza problemi. Ma non abbiamo ancora capito che i problemi sarebbe meglio evitarli che cercare poi di risolverli! A che servono tutti i meravigliosi spot sull’inquinamento, sui sistemi da adottare per contenerlo, sulla prevenzione... quando le istituzioni sono reticenti o addirittura omertose? Sono scandalizzata da tutto ciò anche perché va ricordato che le vittime, ossia i cittadini che tuttora vivono nel sito Caffaro nonostante tutti i danni che hanno patito e che stanno subendo devono pagare ugualmente le tasse sui loro inutili terreni. Elena Culetto Rizzardi Brescia
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