Case e quartieri più belli e più sani L’impegno di tutti

Lettere al direttore
Lettere al direttore
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Le scelte individuali cambiano l’aspetto di un quartiere. Il ricambio generazionale sta incentivando le ristrutturazioni (purtroppo non così radicali come sarebbe necessario, per l’elevato costo di acquisto dell’immobile) che migliorano l’aspetto delle abitazioni anche nei villaggi Marcolini. Ma non sempre. Ecco alcuni casi. Le alte e antiestetiche recinzioni in metallo, spesso anche di colore scuro, assorbono il calore del sole e riscaldano l’aria, sono inadatte a quartieri nati valorizzando le relazioni sociali e, se poste agli incroci, impediscono la visibilità. Capita frequentemente di veder sostituire i piacevoli e utili piccoli prati dei giardini privati con strisce verdi di plastica, rendendo impermeabili superfici che, nel progetto, sono invece destinate a drenare la pioggia. Si può pensare: piccole cose, banali. Ma le scelte individuali si sommano e siamo tanti. Anche l’amministrazione potrebbe indirizzare i cittadini, con regole più stringenti, come si fa altrove, e con qualche facilitazione... Penso, ad esempio, anche alle decisioni in arrivo sulla raccolta degli sfalci e delle potature.
Maria Castelli
Brescia

Cara Maria,

nella stupenda varietà delle lettere inviate al Giornale, vi si trovano questioni epocali o esistenziali, quali la vita e la morte, la pace e la guerra e - parimenti - aspetti assai più minuti, ma che egualmente finiscono con l’interessare e coinvolgere, facendo sentire la sensibilità altrui anche nostra.

È così che oggi scegliamo dal mazzo i suoi consigli d’attenzione, in particolare sulle ristrutturazioni, condividendo la sua premura appieno.

Tranne un dettaglio, quello delle «regole più stringenti», che non ci trova d’accordo. Per questione di principio.

Spesso, infatti, la richiesta di norme è una scorciatoia a vicolo cieco, nell’illusione che una volta steso il decalogo delle concessioni o dei divieti tutto si metta in fila da sé, compostamente.

La differenza però non la fa mai la legge, l’imposizione coercitiva, bensì l’educazione, la cultura, in questo caso del bello, del buono, del sano.

Per dirla ancora meglio: senza legge, l’educazione e la cultura stanno in piedi da sé, funzionano, mentre le regole, senza cultura ed educazione, suonano come un cembalo cavo.

Ecco perché, cara Maria, accogliamo e contribuiamo a diffondere l’invito a tutti i singoli individui affinché abbiano premura, attenzione, cura, riguardo. Per lo spazio proprio e per quello in condivisione, per le costruzioni in essere e per le porzioni di natura che le circondano, poiché se stanno bene tutti, sta meglio pure ciascuno. (g. bar.)

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