Cari insegnanti, sappiate ascoltare noi genitori

Sono mamma di una ragazza di 12 anni, all’inizio dell’adolescenza ma il problema non è questo ma bensì quello che c’è stato prima, ancora alle elementari. Partiamo dal presupposto che noi mamme, o papà attenti, ci accorgiamo che qualcosa non va dall’inizio del percorso scolastico, partendo proprio dalla scuola materna; e così è stato per me: al secondo anno, appunto di scuola materna, mi accorsi che in mia figlia c’era qualcosa che non andava nell’apprendimento (e così è stato fino alla quinta elementare). Dalle maestre mi sono sempre sentita dire che andava tutto bene, che non c’era niente, che la bambina era più vivace di tanti altri, una sorta di iperattivismo ma, ovviamente non era così; ha subìto bullismo dalla seconda elementare circa (visto che il primo anno è stata a casa a causa del Covid-19) fino alla fine dell’anno scolastico 2024/’25 nonché in prima media. A metà anno della quarta elementare mi dissero che avrebbero attivato un Pdp (Programma didattico personalizzato) perché non era in grado di stare al passo con gli altri, allora proposi loro di fermare la bambina ma la risposta fu alquanto inaspettata, e cioè che alle elementari non si boccia nessuno: verità sbagliata! Alla fine di tutti e 5 gli anni scolastici, mi ritrovai davanti all’assistente sociale e, quando le porsi il resoconto finale delle maestre ed il fatto del bullismo subìto, mi disse che alla luce dei fatti sì, potevano fermarla ancora in quarta elementare. Ma ovviamente non finisce qui: arriviamo alla prima media, un ostacolo gigante per una ragazza con le problematiche descritte dalle maestre così, grazie all’aiuto dell’assistente sociale che mi ha seguito (e tutt’ora mi segue) anche qui viene attivato il Pdp, viene introdotta un’educatrice ed altri strumenti per aiutare mia figlia nello studio, nei compiti, insomma in tutto ciò che comporta lo studio; intorno al primo quadrimestre mi viene detto dal professore di riferimento e da un’altra professoressa, davanti all’assistente sociale ed all’educatrice che, con un impegno maggiore, sicuramente avremmo ottenuto risultati maggiori e così abbiamo fatto... lei si è impegnata al meglio ma alla fine, esattamente il giorno della consegna delle pagelle, mi è stato detto che era meglio fermarla perché non in grado di affrontare il secondo anno delle medie visto le problematiche riscontrate dopo il colloquio fatto con assistente sociale ed educatrice; è stata bocciata con la media del 6.1 Risultato? Un disturbo dell’attenzione non indifferente e una sospetta Dsa. Quindi miei cari insegnanti, maestre comprese, quando un genitore vi dice che nota qualcosa di strano nell’apprendimento del proprio figlio, siete pregati di ascoltare e di fermare il bullismo già dalle elementari. Ringrazio davvero tanto l’assistente sociale del Comune di Gussago che mi sta seguendo.
La mammaCarissima, comprendiamo la sua apprensione e il disagio, anche il dolore, che esso comporta. Comprendere le difficoltà dei ragazzi è un’impresa ostica, per il quale la sensibilità si moltiplica di anno in anno, ma resta tuttora nel complesso inadeguata. A fronte di insegnanti che si sono formati e hanno maturato competenza, sono ancora numerosi coloro che si rifanno a vecchi schemi, considerando i disturbi dell’apprendimento fissazioni da isterici o vezzi alla moda in chi non ha altro a cui pensare. Una divisione che, a specchio, presentano i genitori: alcuni sono attenti e pretendono considerazione, altri invece negano il problema, pure di fronte all’evidenza, rifiutando ogni aiuto, come se l’offerta di soluzione sia ammissione di una qualche colpa. Come noterà, rimaniamo sul generale, poiché ci è impossibile entrare nel merito della vicenda, fidandoci di lei, ma altresì riconoscendo che ci mancano troppi elementi per un giudizio sereno, oltre che serio, quale merita. Confidiamo però che dare risalto al suo sfogo serva almeno per lenire frustrazione e rabbia, mentre per tutti noi - e per primi gli insegnanti che ci leggono - è un invito a mettere sempre al centro la persona e tener alta la guardia. (g. bar.)
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