Cari fratelli, vi scrivo prima che sia troppo tardi

Lettera ai fratelli. Carissimi, è da tempo che desidero farvi conoscere alcuni miei pensieri visto che il tempo a noi rimasto è oramai poco e le nostre vite, come si dice in gergo aeronautico, sono in corto finale. Entro breve, ed uno per volta, raggiungeremo chi ci ha preceduto lasciando su questa terra quanto abbiamo messo da parte con sacrifici, lotte e tanto altro, che non sto ad elencare e a descrivere. La vita funziona solo così e per tutti. In questa mia breve lettera cerco di descrivere quanto ho provato e vissuto in questi quasi trenta anni. Un allontanamento lento ma graduale, come il babbo mi aveva pronosticato a suo tempo, in una lunga chiacchierata fatta poco dopo la morte della mamma. I rapporti rimasti tra noi sono stati, e lo sono tutt’ora, legati da sole e semplici formalità attuate in corrispondenza di banali ricorrenze. Mi ci metto pure io in questo declino affettivo. Nessun ricordo vissuto assieme, nessun incontro, nessun invito a pranzo o cena in memoria di qualche cosa o di qualcuno caro. Niente di niente di tutto questo. È un vero peccato, ma è una realtà, buttando al vento la parte più importante della vita che è quella affettiva. Tutto il resto non è niente ed è destinato a disperdersi nel tempo e nello spazio. Un abbraccio.
Lettera firmataCarissimo, amaro e dolce insieme è questo suo scritto. Un lascito. Universale e intimo. Ed è un abbraccio di rimando quello che le inviamo. Dispiaciuti per l’ineluttabilità del destino, per la consapevolezza che ciò che è stato è stato e che non si può tornare indietro. Ma nel contempo sollevati dalla constatazione che siamo tuttora in tempo, che nulla è perduto, che si può cominciare da subito a vivere pienamente quegli affetti che dell’esistenza umana sono - come scrive - «la parte più importante». All’analisi di ciò che non è andato si sostituisca allora un gesto riparatore, concreto. Prenda il telefono e chiami i suoi fratelli, uno ad uno, o - meglio ancora - vada a trovarli, se può, e quell’abbraccio lo dia di persona. Varrà più quello di tutto il resto. (g. bar.)
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