Cara Santa Lucia portaci in dono una scuola curata

Lettere al direttore
AA
Cara Santa Lucia, siamo due genitori di un bambino che frequenta la scuola elementare Marconi nel quartiere di Sant’Eufemia. Quest’anno, visto che ci siamo comportati bene, vorremmo da te un regalo diverso dal solito. Vorremmo chiederti di essere ascoltati perché abbiamo capito che attraverso le vie ufficiali ciò non avviene. Per prima cosa vorremmo chiederti di proteggere i nostri bambini dalla possibile caduta di tegole dall’edificio confinante al cortile della loro scuola. La seconda richiesta è quella di offrire loro dei bagni funzionanti. Come terza richiesta vorremmo poter utilizzare gli ambienti che ad oggi non sono fruibili. Al contempo ti vorremmo ringraziare perché sembra che finalmente, dopo grandi pressioni fatte dal nostro dirigente scolastico, si possa finalmente aprire la biblioteca, luogo di cultura e di socializzazione importante per i nostri piccoli lettori.
Santa Lucia, sappiamo bene che i bambini, contrariamente a quanto avviene nella società in cui viviamo, restano la tua priorità: dimostri sempre di avere un occhio di riguardo per quelli che saranno gli abitanti della società del futuro cercando di educarli all’amore, alla solidarietà e all’accoglienza. I valori che tu da sempre trasmetti ai piccoli sfidando l’influenza delle società in cui viviamo, permangono anche in noi genitori ed è proprio per questo che contiamo fortemente sul tuo aiuto.
Cara Santa, così come avveniva allora la notte del 12 dicembre, quest’anno andremo nel nostro letto attenti che la tua cenere non colpisca la nostra curiosità, col cuore gonfio di speranza perché tutte le attese trovino una risposta. Un abbraccio.
Alessandro e Anna
Carissimi,
di rado sacralità e ironia vanno a braccetto. Voi ci siete riusciti, mantenendovi nei binari del rispetto senza però smussare la lama da taglio che fa da pungolo. Confidiamo in santa Lucia, dunque, raffigurata nella iconografia successiva al XV secolo con gli occhi strappati. Nel nostro caso, invece, sono le orecchie che andrebbero aperte, affinché le richieste di genitori e insegnanti siano ascoltate. Per farlo non occorrerebbe un miracolo, bensì un briciolo di attenzione e la buona volontà degli amministratori pubblici di passare dalle parole ai fatti. (g. bar.)
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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