Cara Alitalia, non ti sceglierò mai più
AA
Cara Alitalia, ti racconto cosa mi è successo oggi (la lettera è stata spedita ieri dall’aeroporto). Sono delusa e sconvolta perché viaggio dall’età di quattro anni e non mi sono mai trovata pentita di essere italiana, ma grazie al tuo malfunzionamento ho provato vergogna per il mio paese. Arrivo all’aeroporto di Fiumicino alle 12.45 (in largo anticipo e non è mia abitudine), il mio volo per Verona era alle 14.25 AZ1487... Mentre sto per stampare il mio check-in scopro che non è possibile perché sono in standby. Cosa vuol dire stand by? Ancora abbastanza tranquilla mi avvicino ad un impiegato Alitalia e chiedo il significato. Mi spiegano che hanno venduto più biglietti dei posti effettivi e che io sono in lista d’attesa. Ma io ho comprato il biglietto come tutti gli altri e l’ho pagato anche carissimo per essere un volo nazionale di 45 minuti (240 euro )? Ovviamente mi arrabbio, cerco una soluzione. Ma l’unica cosa che sanno dirmi è «Signora è legale. Noi possiamo farlo». E chi ha fatto questa legge? Sono disgustata, ma non è finita qui. Mi dicono di salire e di avvicinarmi al banco lista d’attesa e mi danno una carta di imbarco senza posto con scritto stand by. Ancora incredula passo il controllo bagaglio a mano, pregando che sia tutto uno sbaglio che si risolverà a breve. Arrivo e insieme a me ci sono una quarantina di persone, famiglie con bambini, a cui era successa la stessa cosa. Quindi quanti biglietti avevano venduto? Mi dicono di aspettare fino alle 14.00 per vedere se c’è posto. Così faccio. Mi dicono che sono una delle prime e mi danno speranza. Arrivano le 14.00 e mi mandano all’uscita del gate B30 e anche lì devo aspettare. L’assistente Alitalia mi dice, «ci provi qualcuno potrebbe perdersi nell’aeroporto». Dopo questa frase inizio a sentirmi dentro una situazione irreale dove non c’erano più regole civili. Tutti i passeggeri si imbarcano, la signora del gate chiama un certo sig.re Federici, questo non si presenta e io esulto! Salgo sul pullman insieme agli ultimi passeggeri. Salgo sull’aereo. Mi reco al mio posto - ma era già occupato. Dopo pochi minuti scopro che erano inconsapevoli che tutti i passeggeri fossero saliti, a loro risultava un posto. Ma che sicurezza ha l’Alitalia? Potevo essere un criminale. Il pilota ascolta la mia voce e la mia rabbia e propone ad un ragazzo giapponese di chiudere il suo violino nel bagno (questa persona aveva comprato un biglietto apposito) così si sarebbe liberato un posto per me. Anche se apprezzo la gentilezza di quest’uomo che ha solo la sfortuna di lavorare per una società che dovrebbe chiudere domani mattina trovo la situazione così inimmaginabile da essere ancora sotto shock. Comunque hanno mandato una macchina a prendermi, sono scesa dall’aereo e adesso sono ancora all’aeroporto con in mano due carte di imbarco. Allora Cara Alitalia spero che tantissime persone leggeranno questa lettera così che non possa ripetersi questa situazione. Non so chi c’è al potere di questa società, sicuramente qualcuno di incapace - mi dispiace per chi lavora e perderà il posto. Perché tu non potrai andare avanti ancora tanto. Fallirai. E così, la cosa che mi rende più triste è che fallisce l’Italia come paese. Ecco perché forse e meglio che chiudi e fai sì che qualcuno di più capace prenda il tuo posto. Grazie per avermi rovinato la domenica. Addio perché non ti sceglierò mai più come compagnia aerea. Valentina
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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