Cani e divieti nelle località di vacanza

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In estate si rianima la diatriba tra i sostenitori di libera circolazione degli animali e coloro che pongono divieti spesso non regolamentari. Recentemente mi sono recato in località balneare con cane domestico e lì ho subìto l’ennesimo sopruso ignorante e gretto. Le norme che regolano accessi e divieti ai cani in parchi, zone di verde pubblico, spiagge sono complesse e variano da Regione a Regione, quindi mi limito ad alcune considerazioni analizzando la bibliografia disponibile in rete. Numerose sentenze dei T.A.R. bocciano quasi tutte le ordinanze comunali di divieto, dichiarate illegittime perché violano i principi di proporzionalità ed adeguatezza; il semplice cartello col simbolo del cane sbarrato o la semplice scritta «divieto di accesso ai cani» non sono validi; i cartelli devono essere conformi ad una normativa nazionale ed europea ben precisa. Ciò vale per le aree pubbliche, per le zone di balneazione libera e per quelle date in concessione a stabilimenti che non possono impedire il transito sulla battigia di cani condotti al guinzaglio. Personalmente invito quindi tutti i possessori di animali di affezione a non rinunciare ad una giornata al parco o in spiaggia e sollecito le associazioni animaliste ad una maggiore difesa dei diritti. Però chiedo espressamente ai cittadini e agli amministratori locali: perché in mancanza di un concordato normativo uniforme è impossibile usare il buon senso? Quanti cani sputano o si soffiano il naso abbandonando i fazzolettini? Quanti cani fumano, spengono i mozziconi nella sabbia o masticano chewing gum rilasciato poi sistematicamente nell’ambiente? È assolutamente provato che l’escreato umano e il muco nasale sono costantemente vettori per virus, batteri e funghi patogeni; i mozziconi di sigarette disperdono sostanze tossiche e cancerogene; eppure di questi prodotti davvero pericolosi per la salute e la sicurezza, associati a tutte le altre schifezze come cartacce, vetri, plastiche, lattine, ecc. ne troviamo a bizzeffe sulle nostre spiagge e nei nostri parchi. L’urina dei cani è assolutamente sterile perché un cane con infezione delle vie urinarie sarebbe troppo malato per andare a spasso. Gli umani invece spesso convivono con infezioni antibiotico resistenti trasmesse con i loro rifiuti. E praticamente tutti i bagnanti, appena si immergono in acqua, urinano, sputano e si soffiano il naso. Per un cane ciò è impossibile. Aggiungo che nessun cane ha mai disperso nell’ambiente siringhe o preservativi, si è mai prodigato nel lordare beni pubblici con bombolette spray, si è mai reso responsabile di molestie sessuali o sottrazione di beni personali. Quindi, cittadini ed amministratori locali dall’ordinanza facile, l’ostilità esagerata ed ottusa nei confronti dei cani relega l’Italia a Paese con nicchie di arretratezza culturale imbarazzanti. Bene le sanzioni per chi permette al proprio animale di disturbare la quiete, per chi lascia abbandonate le deiezioni che vanno assolutamente raccolte in appositi sacchetti e smaltite nei rifiuti indifferenziati; bene controlli e multe salate per chi non rispetta le basilari regole di igiene e sicurezza e pacifica condivisione di spazi pubblici, secondo però principi di adeguatezza e proporzionalità sanciti dalle varie sentenze e per principio etico di equità le sanzioni devono scattare per tutti coloro che infastidiscono, deturpano e minano alla sicurezza, compresi i venditori ambulanti abusivi di prodotti contraffatti, molto più invadenti ed assillanti del mio cane, il quale non va certo in giro ad alimentare traffici illeciti di cose e persone.

// Vittorio Roasio
Brescia

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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