Buona vita Grazia, per tutti i medici un ottimo esempio

Lettere al direttore
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Si potrebbero sprecare gli aggettivi che calzerebbero comunque perfettamente a Grazia, medico di medicina generale ormai in pensione. Dedizione infinita; nella sala d’attesa potevi passare anche molto tempo ma, quando arrivava il tuo turno, tutto spariva, la priorità eri tu e soltanto tu. Arguzia ed intuito; le bastava incrociare il tuo sguardo per cogliere quello di cui tu non avevi ancora sentore. Autorevolezza mescolata a tanta umanità, ironia su di sé senza timore, con la consapevolezza che medico e donna viaggiano insieme fondendosi. Sceglierla è stata quasi una casualità che però ha fatto una grande differenza nella mia vita di paziente. Credo di interpretare il pensiero di tutti, non ringraziandola, ognuno l’ha fatto a modo proprio, ma augurandole «buona vita Grazia, il segno che hai lasciato è davvero indelebile».
Daniela Cristini

Cara Daniela,

di dottoresse Grazia ne servirebbero sempre e ne sentiamo la mancanza soprattutto adesso, che grazie alla tecnologia abbiamo guadagnato molto, ma rischiamo di perdere l’essenza di ciò che conta davvero: il prendersi cura. Tuttavia nulla è perduto e non disperiamo, confidando che soprattutto le nuove generazioni riscoprano quelle «attenzioni all’umano» (che in pratica si traducono nel saper ascoltare, nel guardare negli occhi, nella capacità d’intuire, nel dosare con sapienza serietà e lievità...) tanto caro ai vecchi medici e che costituisce non un retaggio polveroso che ostacola nuove pratiche, bensì il valore aggiunto che dà ad esse cornice e valore. Buona vita a Grazia allora, anche da parte nostra, magari chiedendole di ritagliarsi un poco di tempo per fare da tutor ai giovani medici, con il tatto ma pure l’arguzia che l’hanno sempre distinta. (g. bar.)

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