Bullizzata al liceo e con insegnanti troppo meschini

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Relativamente alla lettera che sottolinea l’importanza degli insegnanti per contrastare il bullismo, non posso che essere d’accordo alla luce della mia esperienza: ho fatto uno storico liceo in città, e sono stati i 5 anni peggiori della mia vita, un inferno quotidiano vissuto in terra che ha azzerato l’autostima e la fiducia in me. Per 5 lunghi, infiniti anni, sono stata il bersaglio sistematico dei miei compagni di classe (solo di classe, perché al di fuori avevo numerosi amici). Ogni giorno erano violenze verbali, aggressioni, insulti, quaderni rubati e nascosti dopo averne copiato i compiti. E perché? Perché non veniva tollerato che io, affetta da handicap, osassi essere tra i primi della classe invece che mettermi in un angolino a interpretare il ruolo stereotipato della sorda brutta, ritardata, con linguaggio primitivo. I miei compagni mi hanno rovinato l’adolescenza e reso insopportabili gli anni che dovrebbero essere tra i più belli da ricordare: sono 20 anni che non li vedo, non li sento e ne sono solo felice; il diploma per me è stato la chiave che mi ha liberato da quella prigione emotiva e mi ha permesso di poter finalmente cancellare la loro esistenza dalla mia. In tutto ciò la scuola, gli insegnanti, che ruolo hanno avuto? Meschino e crudele. Nel quinquennio solo due insegnanti hanno cercato di prendere le mie difese, senza risultati perché non avevano purtroppo peso nel Consiglio, il preside ha imitato Ponzio Pilato, la maggioranza ha finto di non vedere e due mi hanno pesantemente bullizzata a loro volta, usando addirittura insulti rivolti a me e ai miei genitori, legittimando quindi i miei compagni a reiterare tali comportamenti: io e la mia famiglia ci siamo sentiti dire che dovevo ritirarmi, pur avendo voti molto alti, perché essendo sorda non meritavo di stare in un liceo «normale», avrei dovuto andare in istituto o comunque non avrei dovuto permettermi di competere con normodotati perché non era giusto che io riuscissi meglio di loro (sì, le argomentazioni erano queste...). Il bullismo veniva depauperato a semplici scherzi, ero io la permalosa che non sapeva stare al gioco e inserirsi: eppure quello che io vivevo ogni singolo giorno 20 anni fa è esattamente quello che oggi fa notizia sui giornali. Quindi, in conclusione, sì: sono gli insegnanti i primi che devono intervenire, essere formati e fornire protezione invece di fare gli struzzi. Dove le famiglie falliscono ci deve essere il forte contrappunto della scuola che non tollera il minimo atto di bullismo.

// Lettera firmata

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