Brescia sia unita nell’accoglienza degli studenti

Lettere al direttore
Lettere al direttore
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Cosa portano gli studenti che vengono da fuori città? L’allegria della gioventù e un po’ di cultura; vivacizzazione ed introiti per bar, ristoranti e locali di svago; l’immagine moderna di una città attrattiva, universitaria, aperta al mondo.

Accogliere studenti fuori sede deve far parte di una strategia condivisa fra Comune, Province di provenienza, scuole (Università, Conservatorio e altre scuole superiori) ed altri enti che, ben conoscendo i vantaggi di poter accogliere studenti di vario tipo, si adoperano per organizzare, cofinanziare, prenotare, controllare appartamenti appositamente costruiti ad uso studentesco. Una funzione essenziale, coordinata fra pubblico e privato, per popolare la città e gli edifici scolastici di studenti di mezzo mondo. Gli appartamenti, se progettati a questo fine, avranno dimensioni e impianti idonei con bassi costi di manutenzione e predisposti per moderni mezzi di intercomunicazione. Le sedi abitative meglio se posizionate non lontano dalle sedi scolastiche. Contratti di locazione, favoriti dagli enti scolastici a canoni sostenibili, pronti anche a esigenze di residenza temporanea.

Nascerebbe in questo modo una città vivace, studentesca, innovativa, colta, che darebbe il via ad una moderna biblioteca cittadina a scaffale aperto, a centri culturali per dibattiti, laboratori e archivi, oltre a spazi di aggregazione e socializzazione giovanile, contribuendo sensibilmente a intensificare il rapporto tra Università e città, tra mondo intellettuale e sistema produttivo, tra studenti e cittadinanza.
Alessandro Belli

Caro Alessandro,

quanto ha ragione e che bella proposta. In una Brescia che rischia di perdere insieme al treno pure l’anima, puntare sui giovani è senz’altro la strada giusta. E per farlo occorre ciò che la direttrice ha invocato giovedì in prima pagina: fare sistema. Unirsi, mettersi insieme, avere molte braccia ma una sola testa.

Alcune proposte concrete è stato bravo ad indicarle lei. Prendiamole come bozza iniziale e vediamo se invece di disunirci, riusciamo a fare dell’accoglienza degli studenti di fuori città una meta e una leva. (g. bar.)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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