Brescia Calcio, glorie passate e speranze future

Sono un tifoso del nostro Brescia ormai da 52 anni, andavo da giovane nella Curva Nord e poi piano piano nell’invecchiare mi sono sistemato in settori diciamo più calmi. Di questi 52 anni ne ho passati almeno 40 a sentir dire come mai i nostri industriali non entrano nel Brescia, potremmo essere sempre in A, ecc. Ora che, dopo la disfatta dell’omino sardo, sembra che qualcosa di importante stia nascendo, certo sarà un anno di transizione, però si sono mossi industriali importanti e seppur non sia diciamo un Vero Brescia, magari col ritorno della V sulla maglia e del nostro stemma e soprattutto con l’arrivo dei risultati, magari ripeto potremo pure noi avere delle soddisfazioni sportive, e invece ecco che metà città è contraria, voleva partire dall’eccellenza. Non aggiungo altro perché sarei pesante. Consiglio ai signori di aiutare l’omino sardo a tenere il titolo in eccellenza mentre noi mestamente proveremo a toglierci qualche sassolino dalla scarpa col Pres. Pasini. Che città strana la nostra. Sempre Forza Brescia
Mauro BonomettiA proposito delle recenti vicende calcistiche bresciane, mi è sovvenuto il ricordo di una vecchia storia letta chissà dove. Un anziano professore conservava un libro, una vecchia edizione su cui aveva studiato sin da giovane e che ancora compulsava, riempiendolo di note, osservazioni e ricordi, che non riguardavano ormai solo il testo, ma con il passare del tempo riflettevano anche su tutte le vicende liete e tristi della sua vita. Purtroppo il libro era malandato ed il professore lo affidò ad un rilegatore perché lo rimettesse a nuovo; ma il rilegatore era piuttosto maldestro (per non dire peggio) e anziché riparare il volume lo distrusse del tutto, disperdendone le pagine e salvandone solo la copertina. Il professore era disperato, avendo perduto preziosi ricordi di tutta una vita. Tutta la comunità in cui il professore viveva ed insegnava si commosse al suo dolore e si chiedeva come aiutarlo: allora il rettore convocò le persone più in vista della comunità, affinché si impegnassero a restituire il libro al professore. Si mandò a cercare per mari e per monti una copia identica del libro, finché finalmente la si trovò in una città nemmeno troppo lontana; le fu applicata la copertina del vecchio libro del professore, così che il volume pareva proprio quello. Tutti furono soddisfatti: il rettore aveva dimostrato prontezza ed efficienza, i maggiorenti la loro generosità ed il loro attaccamento alla comunità, gli araldi potevano gridare la bella notizia ai quattro angoli della città ed il popolo, vedendo tutti felici, godeva a sua volta. Si organizzò allora una solenne manifestazione, durante la quale il rettore, davanti a tutto il popolo, riconsegnò il libro al professore: mentre tutti trattenevano il respiro, pronti ad esplodere di gioia al minimo cenno di sorriso sul volto del professore, questi lo ricevette e provò a sfogliarlo, ma presto cominciò a piangere e tutti si accorsero che non erano lacrime di gioia. Allora il rettore lo rimproverò: «Dovresti essere felice, dato che hai recuperato il tuo prezioso libro». Rispose allora il professore: «Caro rettore, ringrazio te e tutti voi per quanto avete fatto, ma non pretendete da me che gioisca: questo è "un libro", apparentemente identico al mio, pur tuttavia non è "quel Libro". certamente, ha la stessa copertina e tutte le pagine uguali, anzi più chiare e leggibili di quanto non fossero in quello; ma non ha e non poteva avere tutte le annotazioni, i segni e le imperfezioni che erano i ricordi della mia vita e che ne rappresentavano per me il vero valore».
Riccardo MontagnoliBrescia
Cari Mauro e Riccardo, proponiamo le due vostre posizioni, opposte e insieme accomunate da un bene grande, un’identica passione. È ragionevole evidenziare la stranezza di un territorio che per decenni ha chiesto agli imprenditori bresciani di investire e, ora che accade, si storca il naso. Così come è comprensibile dare atto che una storia non si può rimuovere con un colpo di spugna e ripartire da capo come se nulla fosse. Nel mondo ideale non dovrebbe succedere, ma il nostro è un mondo concreto, con tutte le contraddizioni che la realtà comporta. Si può pestare i piedi o fare la voce grossa finché si vuole, ma il Brescia, quel Brescia, il glorioso Bsfc è stato trascinato a fondo senza possibilità di riemergere. Possiamo stare fermi e piangere sulla riva del fiume oppure prenderne atto e in qualche modo in quel fiume tornare a nuotare, ripartire. Nessuno infatti potrà mai cancellare la storia, ma pure che la storia è sempre in divenire, si forma con le scelte di ogni giorno. Il punto di sutura, tra passato e futuro, è proprio il presente. E la bellezza di scrivere un libro nuovo, caro Riccardo, che sia continuazione e non un semplice copia e incolla del precedente. (g. bar.)
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