«Brain in vain» brutta china tra veline e miss di Sara Venchiarutti - 29 anni - Iseo
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Qualche giorno fa Laura Morante, mentre parlava di cinema e televisione a Lovere, ha confessato che, rientrando in Italia dopo anni in Francia, si è allibita nel vedere «una marea di donnine apparire senza senso in televisione. Mi è sembrato di essere sbarcata su un pianeta mostruoso. Mi sono sentita una marziana».Cara signora Morante, non è l’unica a sentirsi una marziana. Lo siamo in molte, anche senza essere state per anni all’estero. Lo siamo perché non riusciamo a digerire i ruoli avvilenti, umilianti e mortificanti che la televisione italiana (specchio, secondo qualcuno, della società) riserva alle donne. Ci sentiamo marziane tutte le volte che in tv vediamo le «ombrelline», gentili ragazze che riparano aitanti motociclisti (uomini, naturalmente) dal sole; ci sentiamo umiliate dal salone dell’automobile dove accanto ad ogni bolide c’è una spilungona ammiccante; ci scoraggiamo quando un programma televisivo riesce a resistere meno di un mese senza le mute «veline». E quando lo confessiamo, pubblicamente, veniamo tacciate di vittimismo, ottusità, in alcuni casi di essere femministe dell’ultima’ora, suffragette 2.0. Si pensi alla Presidente della Camera, Laura Bodrini, definita un «oggetto di arredamento del potere» solo per aver criticato gli stereotipi di genere di cui le nostre pubblicità sono intrise. Chiunque creda che questa indignazione sia del tutto ingiustificata (tanto si sa, la Costituzione vi garantisce la parità!) dia una lettura, anche veloce, al Gender Gap Report 2013 pubblicato una settimana fa dal World Economic Forum. Sulla base di criteri che misurano la rappresentanza politica, il potere economico, la salute e sopravvivenza e la formazione delle donne in ciascuno Stato, l’Italia figura al 71º posto nel mondo. Prima di noi, ci sono Paesi come il Senegal, la Colombia, il Mozambico e perfino la Cina. Forse, quindi, la Costituzione non basta? Viene da ridere quando legge un’intervista a Birgitta Ohlsson, ministro svedese per gli affari europei: «. Tradotto letteralmente «brain in vain» significa «cervello inutile»: c’è da scommettere che in Svezia vedano spesso la televisione italiana. Cara signora Morante, in conclusione, mi auguro che Roberto Benigni si sbagli. Se lo ricorderà, forse: non molto tempo fa, in televisione, disse che «la grandezza di uno Stato si misura da come stanno le donne». Se avesse ragione, saremmo spacciati.
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