Botta, risposta e... le parole sagge del primo cittadino

Lettere al direttore
Lettere al direttore
AA
C hiedo cortesemente di poter meglio specificare e forse replicare alla lettera al direttore comparsa sul Vostro spettabile quotidiano in data 5 aprile a firma del signor Elenio G. Bergomi dal titolo «Quando le multe fanno solo cassa ma non educano». Ebbene può essere vero che l’agente di polizia locale in forza a Castegnato abbia risposto in modo sgarbato al firmatario della lettera, non ero presente alla telefonata, ma di questo aspetto mi sono già scusato ripetutamente per telefono con il signor Bergomi il quale settimane fa scrisse una pec indirizzata al comune di Castegnato chiedendo chiarimenti per quanto gli stava capitando. Come mia abitudine, ho richiamato personalmente il signore, ho cercato di capire cosa fosse successo e chiesto al vicecomandante della polizia locale di richiamare il cittadino per dare le delucidazioni del caso. Ho avuto rassicurazioni circa quanto richiesto. Nei giorni seguenti il signor Bergomi ha richiamato in comune e non essendo presente in ufficio l’ho richiamato in un secondo momento spiegando che il lavoro di recupero delle multe non pagate o non pagate complessivamente è stato appaltato dall’Amministrazione Comunale ad una ditta esterna da me invitata non tanto «a perseguire» i cittadini bensì a lavorare in una logica di equità affinché ciascuno paghi, sanzioni ed interessi passivi compresi, quanto la legge prevede. La norma non è comunale ma discende da ordini sovracomunali. Ora, mi pare che questa vicenda stia assorbendo più energie di quanto necessario da parte di tutti. Rinnovo le scuse da parte dell’Amministrazione comunale nel caso in cui un dipendente della stessa abbia risposto in modo sgarbato ad un cittadino, mi chiedo solamente quanto tempo, mail, telefonate, lettere dovranno essere ancora «spese» affinché la legge e quanto previsto dalla legge stessa debbano trovare semplice adempimento da chi ha commesso un’infrazione stradale. Tutto qua .
Gianluca Cominassi
Sindaco di Castegnato

C

aro Sindaco,

chiudiamo qua la vicenda - una trilogia, potremmo dire, con un filo d’ironia - senza pentimento alcuno per le parole spese e lo spazio che vi abbiamo dedicato. Sovente infatti corriamo il rischio della superficialità, di trattare gli argomenti a spot, mentre sempre occorrerebbero tempo e pazienza per affrontare le questioni. Pure quelle minute, come questa.

In più, ce lo lasci scrivere, grazie a questa vicenda apparentemente marginale lei ha avuto modo di distinguersi, almeno ai nostri occhi, come una persona garbata, a modo, dimostrando cosa significhi essere «al servizio» dei cittadini e non dei banali manovratori con affissa la scritta: «Non disturbare». Complimenti sinceri.

Fin qui il miele. C’è però anche l’aceto, che non riguarda lei, bensì il sottoscritto, reo di aver commesso un errore grammaticale da matita blu nella risposta di ieri, come ha prontamente segnalato il lettore Alessandro Gregorini, la cui giusta reprimenda pubblichiamo qui sotto.

E lo facciamo un po’ per confermare che in questo spazio - come s’è accorto il lettore - non trova casa la censura; un po’ perché quando si sbaglia non bisogna accampare scuse, semmai chiedere scusa; un po’ perché l’errore commesso punisce senza pietà un nostro difetto: la supponenza. Errare non una, bensì due volte, con un inciampo per il quale c’è soltanto da provare vergogna, siamo certi ci servirà da lezione ogni volta che saremo tentati - come capitato in passato - di fare i fenomeni, sbertucciando i refusi altrui. Qualche goccia in più di umiltà e alcuni litri in meno di tracotanza, sono certo salutari, in qualsiasi dieta mediatica. (g.bar.

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