Bombardamento su Brescia il 2 marzo 1945

PRECISAZIONI
AA

A pagina 14 del Giornale di Brescia del 6 marzo, è stato ricordato il bombardamento che colpì la città il 2 marzo 1945 e nel corso di questa nota ho letto di una imprecisione allorquando sta scritta la seguente frase: «Un velivolo statunitense mentre schivava i colpi della Flak tedesca sganciava il suo carico di bombe lontano dalla ferrovia colpendo il centro». Poiché si accenna che alcuni testimoni oculari sono tuttora vivi, ed io sono uno di quelli, desidero precisare che la formazione di ben 71 bombardieri tipo «Liberatori» apparvero alti nel cielo scavalcando da est la Maddalena e qualche istante dopo, dai primi aerei, incominciò lo sgancio di grappoli di bombe. Seguirono, perfette e compatte, altre formazioni mentre tutta la città era ormai nascosta da alte colonne di fumo e gli scoppi si susseguirono. Senza tregua. Fui testimone di quanto avvenne essendomi avviato in fuga sulle pendici dei Ronchi, da via Benacense.
Mentre la città era vittima, ancora avvertivo il rombo dei motori che aumentava mentre si liberavano del loro carico mortale e il sibilo delle bombe attraversava l'aria. Questo confondersi di una perfetta tecnica di morte con il limpidissimo cielo di quel venerdì 2 marzo mi accompagnerà sempre. Quindi, da testimone oculare di quanto avvenne, non di un velivolo isolato si trattò, ma di un bombardamento ben determinato per accelerare la resa. Come prescrive la secolare e disumana legge di guerra.
Antonio Cristini
Brescia

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