Boicottare Israele? Però con il coraggio di rinunciare a tutto

Ho letto con interesse e malcelata preoccupazione la lettera del sig. Napoli che invita a boicottare i prodotti di Israele prendendo spunto dall’azione di alcune farmacie sarde, sottolineando peraltro che «non è antisemitismo, è un no alla violenza di questo governo» che, immemore, ripeterebbe a Gaza le atrocità del nazismo. Il movimento Bds nasceva nel luglio 2005 da 171 organizzazioni non governative palestinesi e da allora ha sempre e solo intensificato i suoi proclami arruolando schiere di sostenitori che, dal 7 settembre 2023, la pensano come il nostro estensore. Nulla di nuovo quindi... ma mi permetto di rivolgere a tutti i sostenitori di questo movimento, che sicuramente godono di ottima salute, un appello che si concretizza in un piccolo esercizio di coerenza: cominciate svuotando l’armadietto dei medicinali, in barba a quanto vi ha prescritto il vostro medico. Se ci trovaste del Copaxone (farmaco contro la sclerosi multipla), o Exelon (per Alzheimer e demenza), Azilec (per il Parkinson), Eleyso (per la malattia di Gaucher), EluNir (dispositivo per cardiopatie), Austedo (per la malattia di Huntington), o anche solo dei generici Teva... buttate tutto, sono sostanze impregnate di sionismo, e fate sapere a chi vi cura che preferite la paralisi, l’epilessia o il morbo di Parkinson. In aggiunta vi propongo di boicottare alcuni tipici prodotti ebraici, quali: il test della reazione di Wassermann per la diagnosi della sifilide; l’insulina, scoperta dal dottor Minkowsky; il test di Schick (del dott. Bela Schick) per la diagnosi della difterite; le vitamine, scoperte dal dottor Kazmier Funk; la streptomicina, scoperta dal dottor Waksman, Selman Abraham (premio Nobel nel 1952); la pillola antipoliomielite del dottor Sabin (non brevettò la sua invenzione, rinunciando allo sfruttamento commerciale per garantire una più vasta diffusione della cura e anche per questo motivo, oggi la poliomielite è praticamente debellata); il vaccino del dottor Jonas Salk. «Per essere coerenti con l’umanità - scrive Sam Levinson - gli ebrei hanno offerto questi doni a ogni persona nel mondo. Per essere coerente con sé stesso, il Bds deve accettare, per questioni di principio, le seguenti malattie: la sifilide, il diabete, l’epilessia, la poliomielite, la tubercolosi, la difterite, i disturbi cardiaci etc. etc. Volete avercela con gli ebrei? Abbiatecela pure! Ma lasciate che vi dica una cosa: non vi sentirete poi tanto bene...». Ma forse non basta ai seri aspiranti boicottatori: onde evitare di usufruirne è bene sapere che il primo Emergency Care Bandage è stato inventato da un medico militare israeliano ed è usato per arrestare l’emorragia da ferite profonde. Oggi questo particolare tipo di benda è utilizzata da medici militari, civili e da paramedici in tutto il Globo. E poi, un incidente d’auto fatale può accadere in una frazione di secondo: ecco perché è stato inventato Mobileye, una tecnologia, la cui azienda risiede a Gerusalemme, per l’identificazione e l’avviso in tempo reale dei rischi di guida. Questa tecnologia sarà implementata in tutte le nuove auto del mondo. Mobileye è la più grande società high-tech in Israele ed il più grande centro di ricerca e sviluppo per la visione artificiale. Mi raccomando: non comprate auto con questo dispositivo! Attenzione anche a SensAheart, un prodotto realizzato dalla società di tecnologia diagnostica israeliana Novamed. Può essere utilizzato a casa e in ospedale per rilevare un attacco cardiaco allo stadio preliminare. Il Chetah Medical di Tel Aviv ha inventato il Nicom Non-invasive cardiac output monitoring strumento per prevenire la sepsi, un’infezione del sangue responsabile di decessi in ospedale, e una delle prime 10 cause di morte negli Stati Uniti. Utilizzando una tecnologià brevettata, il Nicom monitora il movimento del sangue che dal cuore raggiunge gli altri organi. Grazie alla presenza di quattro sensori, consente ai medici di diagnosticare preventivamente la patologia al paziente consentendo un tempestivo intervento: assolutamente da evitare. E ancora, il dispositivo Lubo Airway Collar della Inovytec è un apparecchio per la gestione delle vie aeree per i casi di gravi traumi al collo e alla colonna vertebrale. Si tratta del primo dispositivo esistente non invasivo, che può aprire la mascella imitando la manovra della sublussazione della mandibola, mentre protegge la colonna vertebrale del paziente durante il trasporto in ospedale. Inoltre, l’Agilite Instant Harness, è il sistema di cablaggio più piccolo al mondo. Si tratta di una imbracatura a discesa in corda doppia che ha salvato la vita ai minatori sudafricani intrappolati sottoterra nel 2013. La stessa società israeliana ha creato anche l’Injured Personal Carrier un dispositivo per il trasporto di feriti che consente al soccorritore di caricare sulle proprie spalle una persona ferita - anche in stato di incoscienza - come se fosse uno «zaino umano». Dimenticavo, il Babysense, un monitor di respirazione che avvisa i genitori di arresto respiratorio (apnea) nei neonati. La tecnologia israeliana ha contribuito a proteggere più di 600.000 bambini nel mondo dalla sindrome della morte in culla e questo dispositivo è stato copiato da numerosi produttori nel mondo. Mi fermo con la PillCam: inventata da Gavriel Iddan; questa capsula video ingeribile permette di esaminare il tratto digestivo, semplificando diagnosi mediche. Anche io ho un sogno: che arrivi presto la pace; cosa facilmente realizzabile se Hamas restituisce i 50 ostaggi o quel che rimane di loro e comincia ad amare la vita del proprio popolo e quella dei loro bambini più della volontà di estirpare ogni ebreo dalla faccia della Terra.
Flavio CasaliPresidente dell’Associazione Italia Israele di Brescia
Caro Flavio, non siamo sordi al bene ricevuto, ma proprio per questo non possiamo restare muti di fronte al male. Ad ogni male, da qualsiasi parte provenga. «Pace» è l’unica parola che invochiamo, disarmati e senza pretese, rispettosi del dolore di ciascuno. Nel Talmud sta scritto: «Chi salva una vita, salva il mondo intero». Non facciamoci allora contagiare dall’odio e spezziamo per primi il giogo di violenza che porta all’abisso, senza distinzione, vittima e carnefice. (g. bar.)
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