Badanti di qualità Non solo i ricchi meritano assistenza

Lettere al direttore
AA
Le scrivo per esprimere il pensiero di una giovane che ogni giorno si confronta con un grave problema sociale, di cui sembra pochi si accorgano se non direttamente coinvolti.
Mi chiamo Valeria Grassi, ho 26 anni e gestisco un’attività di supporto alle famiglie per l’assistenza dei loro cari: quando i componenti famigliari non riescono ad assolvere le mansioni di cura e assistenza all’anziano si ricorre a personale specializzato, le cosiddette badanti o assistenti familiari. Ho iniziato a lavorare in questo settore all’età di 18 anni, iniziando con l'amministrazione fino all’attuale completa gestione delle problematiche famigliari connesse alla gestione dei propri anziani. Credo di offrire un servizio di alta qualità, che non si basa sulla sola ricerca dell’assistente familiare ma risulta essere un vero supporto nel tempo e di questo ne sono orgogliosa. Tuttavia, mi trovo spesso costretta a non riuscire a soddisfare alcune richieste, poiché sempre più famiglie non possono permettersi questo aiuto.
Negli ultimi tre anni, il costo di una badante convivente, la figura più richiesta, è aumentato di circa 300 euro. Se già tre anni fa era una spesa significativa, oggi rappresenta un onere davvero gravoso per famiglie che devono anche far fronte alle spese per la casa, le bollette e il vitto.
Amo il mio lavoro e credo di svolgerlo con professionalità, ma mi chiedo se sia giusto che le famiglie meno abbienti non possano accedere a servizi di qualità.
La situazione attuale è che molti sono costretti, sempre stando nella legalità ad «arrangiarsi», con il rischio di essere inondati da richieste che non sono in grado di gestire. Altri, cercano un posto in una Rsa anche per il loro anziano lucido e presente, è scontato dirlo perché sappiamo che nel proprio ambiente domestico si vive sempre meglio e questo è un aspetto fondamentale da considerare. Non dobbiamo sottovalutare anche l’altro grosso problema che deve affrontare la famiglia rispetto alla scelta del ricovero in Rsa: la mancanza di posti, il personale ridotto e le liste di attesa interminabili.
Tutto questo costringe le famiglie a cercare soluzioni alternative, spesso rischiose, come personale senza documenti, senza la possibilità di fare un contratto regolare, o a rivolgersi a servizi poco trasparenti con il pericolo di incorrere in situazioni disastrose. Ne ho viste troppe di famiglie scottate da queste esperienze. Osservare figli e nipoti obbligati a fare scelte difficili per mancanza di alternative mi fa sentire sempre più sfiduciata in un mondo che sembra dimenticare i più vulnerabili.
Di recente, il governo ha annunciato un bonus badanti per il 2024, ma destinato solo a chi ha un Isee inferiore ai 6.000 euro. Sebbene la misura sia benintenzionata, appare del tutto insufficiente, poiché molti anziani con un reddito così basso lottano già per coprire le spese quotidiane.
Non desidero essere polemica; voglio semplicemente portare alla luce un problema che affronto ogni giorno, quando non posso essere di supporto a famiglie che non hanno soluzioni.
Spero che arrivino pre
sto aiuti concreti, perché non possiamo continuare così a lungo.
Valeria Grassi
Cara Valeria,
complimenti innanzi tutto per la professione che si è scelta e per la passione con cui la esercita, andando un passo più in là del proprio naso e aiutando noi ad alzarci un palmo da terra, così da comprendere un fenomeno diventato emergenza.
Il punto nodale è proprio quello che indica: «È giusto che le famiglie meno abbienti non possano accedere a servizi di qualità»?
Una domanda la cui risposta non è così scontata. Esiste una corrente di pensiero sempre più diffusa che indurrebbe a rispondere sì, è giusto. Se sono meno abbienti è perché hanno fatto qualcosa di sbagliato (non hanno lavorato abbastanza... hanno speso troppo... non sono stati avveduti a sufficienza...) perciò in definitiva meritano gli scarsi servizi che si possono permettere.
Noi, personalmente, apparteniamo a un’altra parrocchia, quella che accanto al «merito» considera determinante la «fortuna», senza mettersi le fette di salame sugli occhi nei confronti dei furbi e degli approfittatori, ma altresì cercando di considerare l’altro, ogni altro, una persona, sempre meritevole di aiuto e della migliore assistenza. Avanti tutta dunque con la sua battaglia, che è quella di migliaia di cittadini onesti. E pure la nostra. (g. bar.)
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Condividi l'articolo
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato