Auguri Irene, sempre presente nei nostri cuori

Vi scrivo perché oggi è il compleanno di Irene, la bambina di Gottolengo che è venuta a mancare il giorno 8 maggio 2025, e vorrei tanto che venisse ricordata da tutti. Desidererei che fosse pubblicata questa lettera, per farle gli auguri di buon compleanno, ma soprattutto per ricordare e non dimenticare che bambina fantastica è (non riesco a scrivere mettendo i verbi al passato). Carissima Irene, tantissimi auguri di buon compleanno, ebbene sì, questo giorno che tanto aspettavi, è arrivato. Chissà che grande festa stai facendo! Sei una bambina bellissima, spiritosa, solare, intelligente, curiosa, altruista, leale, determinata... e sì, anche un po’ testarda, insomma tutte le qualità che solo persone speciali come te, possono avere. Sei tutt’occhi, quegli occhi che esprimono dolcezza, forza e amore e una luce che mi risulta difficile spiegare con le parole. Sei la gioia di mamma e papà, due splendidi genitori, ma del resto se hanno una figlia come te, non possono che essere due persone straordinarie, che personalmente ammiro con tutto il cuore. Sei talmente fantastica che neppure questo mondo ti merita, ma sono certa che nel meraviglioso giardino in cui ti trovi ora sei felice e spensierata, perché puoi giocare, ridere, correre, saltare come e quando vuoi, come hai sempre saputo fare. Ti rinnovo i miei più sinceri auguri, mia piccola grande guerriera. Un forte abbraccio.
Una tua grandissima ammiratriceCarissima, anche i verbi al passato cambiano coniugazione quando le persone restano presenti. In senso letterale: dei «doni». Irene lo è e la sua lettera ne risulta la conferma più evidente, pur se impossibile è immaginare il dolore che brucia tuttora nelle persone a lei più vicine, per le quali oggi è un giorno a due volti. Saremmo infatti ingenui o falsi se a fronte del seme di bellezza messo a dimora da Irene, ignorassimo o negassimo il lato straziante, quel senso di vuoto e di ingiusto che ha la morte di una bimba nel fiore degli anni. Altre parole non vogliamo aggiungere, limitandoci a rilanciare quell’abbraccio forte, che non lascia solo nessuno e accomuna tutti. (g. bar.)
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