Attrarre i giovani? Solo cambiando i concorsi pubblici

Ho letto con interesse l’articolo relativo alla diserzione dai concorsi pubblici, e dei Comuni in particolare, da parte dei giovani. È vero, la busta paga è bassa e le responsabilità alte. Ma ciò che li allontana particolarmente è l’assurdità delle conoscenze che i bandi pretendono. Una esagerata pretesa di conoscenza di norme che potranno anche servire, ma che averle in mano vuol dire studiare più di una tesi di laurea, fare almeno 5/6 concorsi per capacitarsi nella burocrazia. Forse dopo ci si incammina in una graduatoria... E chissà mai se andrai a posto. Il mondo è cambiato, c’è internet, intelligenza artificiale, mezzi di comunicazione velocissimi. Deve cambiare la normativa, l’approccio ai bandi, cambiare la nozionistica, ed avere giovani impiegati che siano rivolti al mondo esterno. Se non si ammoderna il modo di bandire i concorsi, sarà sempre più facile avere diserzioni che candidati al posto di lavoro. Non solo i soldi a pagare ma anche il lavoro svecchiato, moderno, al passo con la realtà attuale.
Sergio BazerlaCaro Sergio, quanto non va e cosa occorrerebbe fare è riuscito a spiegarlo in una trentina di righe. Meglio di una tesi di laurea. Tanto che saremmo tentati di fare copia e incolla della sua lettera e inviarla al ministro per la Funzione Pubblica. Non lo facciamo per un motivo semplice: il ministro lo sa già benissimo. Il problema non è lui, né chi lo ha preceduto, bensì il moloch su cui sta seduto, quell’apparato burocratico che di riformarsi non ha intenzione alcuna e del mondo che cambia importa nulla, tanto è abituato a una placida andatura. Tutto è perduto, allora? Niente affatto. Il miracolo può compierlo chi già adesso tiene la barca a galla, cioè quei singoli dipendenti e funzionari che a dispetto delle difficoltà lavorano con applicazione e impegno, badando alla sostanza. Sono loro, quelle donne e uomini che nella pubblica amministrazione danno testimonianza di servizio, l’esempio da indicare ai giovani e che il cuore dei giovani possono conquistare. Ed è a loro che ci appelliamo affinché il nocciolo della sua richiesta, la riforma dei bandi di assunzione, diventi realtà e non chimera. (g. bar.)
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