Asa e Oss mancano perché vengono pagati una miseria

Dopo aver letto l’articolo del 19 giugno dal titolo «Emergenza R.s.a il personale non basta sarà un’estate da incubo» mi sono subito chiesta: «Ci si è accorti solo adesso che manca il personale Asa e Oss?» e solo ora la Regione stanzia un mucchio di soldi per fare corsi gratuiti. Questo non basterà a colmare la mancanza se gli stipendi rimangono come sono, se si fanno turni pesanti con pochi riposi. Bisognava pensarci anni prima, ora la situazione è cambiata e anche la qualità dell’assistenza. Il primo problema è stato passare da un contratto enti locali ad Uneba con meno stipendio, più ore di lavoro e meno diritti. Chi ha potuto si è licenziato e sempre meno Asa e Oss si presentano per i colloqui di assunzione. Riduzione del personale nei turni per far fronte a questa carenza, lavoro già pesante ora molto di più. Sono anni che in estate e non solo si fa fatica con il personale, forse quei soldi si poteva investirli prima, per un contratto che garantisca una vita dignitosa. Non dimentichiamo poi che le famiglie devono fronteggiare una retta alta e anche qui la Regione ha diminuito i sostegni per ogni anziano.
Emanuela ZanardelliMontichiari
Forse sì, cara Emanuela, forse quei soldi bisognava investirli prima, forse dovremmo comprendere meglio fatiche e giogo di chi si occupa di assistenza. Lo scriviamo sottovoce, senza toni da tribuno, ma altresì con la convinzione di dare eco a una richiesta legittima. Di attenzione, prima ancora che di moneta. In un tempo in cui si parla di riarmo e di innalzare le quote di spesa di miliardi di euro, non possiamo tacere che la pace si mantiene anche garantendo nel proprio Paese una buona qualità della vita; promuovendo una cultura della cura reciproca; valorizzando - anche economicamente - quelle professioni che sono fanalino di coda nella classifica delle remunerazioni, eppure fanno la differenza tra campare in qualche modo e avere un’esistenza dignitosa, serena. (g.bar.)
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