Angelo Canossi se ne andò 67 anni fa
È veramente con grande commozione che vorrei ricordare il 67esimo anniversario della morte del nostro celeberrimo poeta «Angelo Maria Canossi» deceduto all'Ospedale S. Orsola (ex Fatebenefratelli) di Brescia il 9 ottobre 1943.
Ho conosciuto di persona il Poeta nel periodo in cui mio padre Giuseppe Gandellini l'ho invitò nell'ottobre 1942 a Verolanuova presso il suo negozio di radiofonia per incidere le sue poesie. Vi rimase ben quaranta giorni. Da dove alloggiava, presso l'albergo «Croce di Malta», distava una cinquantina di metri dal negozio. Quasi sempre ero io ad accompagnarlo. Dietro la sua austerità nascondeva una dolcezza e sensibilità incredibile. Anche se la strada che facevamo insieme era breve trovava sempre il modo di farmi trovare piacevole il tragitto. Quando entravo nel salone dell'albergo dove i clienti sedevano ai tavolini davanti ai bicchieri e bottiglie (penso di vino), trovavo sempre, invece, il Poeta in un angolo in fondo alla stanza intento a scrivere; qualche volta dovevo aspettare che finisse.
I ricordi sono tanti anche perché si associano a quelli di mio padre che non faceva mai trasparire i suoi sacrifici per la propria famiglia ed anche i rischi (eravamo in guerra) per riuscire a barattare con vettovaglie a Cremona i cosidetti dischi di alluminio vergini per incidere.
Aver registrato la voce di «Angelo Maria Canossi», mentre declamava le sue poesie, per mio padre era davvero una grande ricompensa e ne era orgoglioso. E questo avveniva proprio un anno prima della morte del Poeta.
Comunque, le cronache in proposito riportate sui giornali locali sono state moltissime.
Proprio in questi giorni, mentre perfezionavo un certo elenco inerente le centinaia e centinaia di incisioni storiche fatte da mio padre non è mancata quella di «Angelo Maria Canossi», cosicché sono venuti alla memoria non solo i suddetti ricordi, ma anche quelli riportati nel libro di poesie del Poeta «Melodia e Congedo» nonché quelli scritti sul Giornale di Brescia. Fra questi vorrei riproporre quello, molto toccante, dal titolo «Requiem per Canossi» firmato dall'insigne giornalista «Aldo Cibaldi» in mio possesso e che purtroppo porta solo: Bovegno, marzo - perché il tempo ha cancellato il giorno e l'anno - come da allegato. Preciso che ho dovuto trascriverlo perché sul giornale certe parole non sono più ben visibili.
Ritengo che per chi ha amato ed ama Canossi sarà gradito conoscerne meglio la figura.
Letizia Gandellini Laurente
Brescia
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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