All’ospedale serve l’Emodinamica
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Mi unisco al nutrito coro dei richiedenti una risposta celere e positiva del Pirellone circa l’istituzione dell’Emodinamica nell’Ospedale di Gavardo, dove il presidente Maroni ha recentemente garantito che «se l’Emodinamica è necessaria, i fondi si troveranno, ...se è una richiesta giustificata saremo pronti a soddisfarla». E mi unisco al coro come paziente personalmente toccato dalla questione, per documentarle quanto tale richiesta sia davvero giustificata. Recentemente, a causa di un dolore toracico, mi sono recato all’Ospedale di Gavardo dove ho ricevuta un’eccellente e sollecita assistenza medica sia presso il Pronto soccorso sia presso il reparto di Cardiologia: un Reparto nuovissimo, dotato di ottime attrezzature, di una qualificata Unità coronarica e di un’eccellente équipe medica ben diretta dal Primario Dott. Franco Pasini... ma, ahinoi, una Cardiologia ancora priva di Emodinamica! L’Emodinamica è la struttura in cui si eseguono importanti esami diagnostici per varie cardiopatie e si effettuano procedure terapeutiche mininvasive d’emergenza per sindromi ischemiche acute cardiache e nell’infarto miocardico acuto. Lì, i pazienti vengono sottoposti soprattutto alla coronarografia che visualizza le strutture vascolari e cardiache, evidenziando eventuali restringimenti o occlusioni delle arterie coronarie che portano il sangue ossigenato al cuore. In particolare nell’infarto miocardico acuto, l’équipe di Emodinamica può disostruire l’arteria occlusa con tecniche mininvasive come il palloncino, microaspiratori (che aspirano i trombi sempre presenti nelle coronarie occluse) o filtri (messi per impedire ai trombi di andare in circolo quando il vaso viene riaperto). È quindi un servizio essenziale e irrinunciabile in una moderna Cardiologia! La mancanza dell’Emodinamica nella - peraltro brillante - Cardiologia dell’Ospedale di Gavardo è illogica, ingiustificabile e procura un immenso disagio ai medici che vi operano ma soprattutto causa molta sofferenza a quei pazienti cardiopatici, spesso gravi e problematici, che vi sono ricoverati e che necessitano di diagnosi invasiva e/o di terapia interventistica. Quotidianamente, infatti, due o tre pazienti dalla Cardiologia gavardese - accompagnati da un cardiologo e un infermiere - devono sottoporsi al tormento di un temporaneo trasferimento presso l’Emodinamica dell’Ospedale di Desenzano: stressati e letteralmente sballottati su un’autoambulanza, costretti a «ghirigorare» tra venti rotonde all’andata e venti al ritorno per essere sottoposti alle manovre diagnostiche e terapeutiche del caso e poi essere riaccompagnati a Gavardo. Un tormento che io ho sperimentato e che vorrei saggiassero i lenti e algidi decisori regionali, nei quali molti cittadini non si riconoscono più, e spesso a buona ragione. È assurdo che l’Ospedale di Gavardo, che è il primo e unico presidio sanitario esistente nell’Alto Garda, Valsabbia e gran parte di Valtenesi (e dunque un vastissimo comprensorio col 90% del territorio classificato «zona altimetrica 1», notevolmente disagiato per vie di comunicazione e mancanza d’infrastrutture) sia privo di un servizio sanitario così importante. È assurdo che oltre centotrentamila utenti, che diventano centottantamila nel periodo estivo, siano considerati cittadini di serie B, non meritevoli di un servizio salvavita ed essenziale per la loro salute, e che le emergenze cardiologiche trasportate dal 118 siano dirottate in altre lontane strutture sanitarie con grave disagio per i pazienti e i loro parenti. È assurdo che le centinaia di valsabbini, gardesani e valtenesini con dolore toracico acuto - per disposizione appunto del 118 - siano costretti a transitare davanti all’Ospedale di Gavardo, dove pure c’è un’efficiente Cardiologia con Unità Coronarica, e debbano oltrepassare per essere dirottati in ospedali assai più lontani. È assurdo che proprio nelle emergenze cardiologiche, in cui ogni minuto è vitale e il ritardo mortale, sia prolungato il trasporto e quindi l’intervento, e ancor più considerando la complessità orografica, le lunghe distanze e la difficile viabilità del nostro territorio. Ormai da tempo i cittadini e le loro Amministrazioni locali mostrano insofferenza e indignazione per tale situazione e rilevano la necessità che gli organi di governo regionale diano sollecita soddisfazione alle legittime aspettative della Popolazione e al miglioramento della qualità della loro vita mediante adeguati servizi sanitari. L’interesse del cittadino è primario e lo è ancor più quando trattasi di salute. Ci sono i «numeri» - e abbondanti!- perché il servizio di Emodinamica possa essere istituito a Gavardo, ci sono le capacita professionali per gestirlo, c’è uno spazio nuovo e adeguato nella nuovissima ala ospedaliera, c’è la volontà con la relativa richiesta della Direzione dell’Azienda ospedaliera, che documenta analiticamente quanto questo servizio sia da attivare, c’è la sollecitazione di tutti i sindaci del territorio, e c’è stato il dichiarato impegno del presidente Maroni. Si attendono quindi solo le decisioni regionali... Io, come tantissimi, sono assolutamente consapevole che «verba volant» ...che le parole - soprattutto dei politici - si perdono nel vento... e che esiste la politica marcia ma so o, almeno, spero che esista anche la politica pulita, fatta d’impegno al servizio dei cittadini; un servizio come opera di bene fatto da persone perbene... e quindi sono speranzoso. Ma sappiano in quel lontano luogo decisionale che qui abbiamo molta fretta e che, citando la grande Fallaci, siamo tutti molto, molto «arrabbiati, d’una rabbia fredda, lucida, razionale; una rabbia che elimina ogni distacco, ogni indulgenza...». Raffaele Frau Salò
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