Al Vantiniano pennoni senza bandiere per i Caduti

Una di queste mattine mi sono recato al Cimitero Vantiniano. Passando davanti al monumento ai Caduti per la Patria della prima e della seconda guerra mondiale non ho potuto fare a meno di notare, che, nonostante la presenza di due pennoni, nessuna bandiera era issata. Io non sono nostalgico, non sono nemmeno particolarmente patriottico, oggi siamo tutti cittadini dell’Europa e del mondo, ma il mio pensiero è andato subito ai soldati che, spesso giovanissimi, sono caduti nelle due guerre anche per garantirci la libertà nella quale viviamo ora. E penso che il loro sacrificio vada ricordato. Spero che chi ne ha la competenza provveda al più presto ad issare un tricolore, in segno di ringraziamento e ricordo.
// Silvio RovettaBrescia
Gentile lettore, gli italiani da decenni associano (associamo) il tricolore ai Mondiali di calcio e, se va bene, agli Europei. Forse è il caso di vedere qualche bandiera in più, e non solo per i periodici riti pallonari, laddove sia chiamata a rappresentare - come ci ha insegnato Carlo Azeglio Ciampi, riscattandone il significato dopo anni di diffuso rifiuto - «il simbolo vivo e attuale dell’unità nazionale». Una bandiera che a detta del compianto presidente avrebbe dovuto essere «esposta nelle nostre case e tenuta con cura». Mancano pochi giorni al 4 Novembre, Giornata dell’unità nazionale e delle forze armate, e allora perché, regolamenti di esposizione permettendo, non issare subito sui pennoni un tricolore insieme al vessillo europeo che oggi dovrebbe affratellare tutti i caduti e i popoli del nostro continente? (g. c.)
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