Al Carmine il problema non è la Movida
AA
Questa nostra per raccontare dell’ennesimo, ordinario giorno di follia che noi residenti del Centro storico abbiamo dovuto, nostro malgrado, subire in via delle Battaglie (e non ci riferiamo alla movida, sulla quale non intendiamo qui esprimerci, e che comunque limita i suoi disagi alle sole ore serali dei week end). Quest’oggi (sabato 27 luglio) alle 17 di pomeriggio, abbiamo assistito, come purtroppo fin troppo spesso, ad uno spettacolo degradante ormai divenuto la norma: un extracomunitario avvinazzato si rotolava per strada mezzo nudo, bloccando il traffico. All’arrivo di ambulanza e forze dell’ordine è diventato aggressivo generando il consueto putiferio. Portato in ospedale ha lasciato il testimone ad altri «colleghi» che, stasera o domattina, troveremo riversi davanti ai portoni o sulle vetture parcheggiate, su cui magari hanno più volte urinato. Se infatti l’alta via Battaglie può essere interessata dal problema dei locali serali, la bassa (quella dalla Pallata a via Capriolo, per intenderci) subisce da anni una ben diversa ma altrettanto (o forse ancor più grave) situazione. Qui ogni giorno gravitano capannelli di sbandati ubriachi, vocianti e molesti, ma anche dediti a spaccio e facili a risse furibonde. Il problema nasce da alcuni ben noti negozi di alimentari che di fatto fungono da bar, fuori dei quali gli avventori sostano come nulla fosse ad ogni ora del giorno. Qui si vedono regolarmente uomini che fanno a pugni, donne importunate seguite fino alla porta di casa e tirate per le braccia, brave persone minacciate di morte come niente fosse perché hanno, gentilmente, richiesto che il proprio androne condominiale non sia utilizzato come latrina o luogo di smercio di biciclette rubate e droga. Sembra stiamo tratteggiando un panorama falso ed esasperato: ci creda, non è così! Ogni mattina alcuni di noi escono per andare al lavoro sempre muniti di sacchetti di plastica per asportare dalle auto rigate i resti dei bagordi. Rientriamo la sera, e dobbiamo chiedere permesso per raggiungere la nostra abitazione, che troviamo imbrattata di scritte, vomito o peggio, per chiuderci quindi all’interno e sperare così che grida, insulti, urla e chiacchiericcio non ci impediscano di sentire persino il telegiornale. Magari, però, nostra figlia deve uscire con le amiche: ci tocca allora rivestirci ed accompagnarla perché l’hanno già scippata due volte e, da poco, lo stesso senza fissa dimora (che dice di essere un profugo e un rifugiato) l’ha afferrata per la borsetta estraendo con orgoglio i genitali. Se chiamiamo vigili, carabinieri, polizia, Asl, tutto si cheta alle prime sirene e tutto riprende appena le divise se ne vanno. Chissà perché le telecamere, pur presenti, nel mentre non sono mai puntate verso i finestrini e le vetrine infrante, non colgono vandali, ubriachi violenti o ladri all’opera... Tra i cassonetti a metà della via stazionano uomini dell’Est che si portano da casa sedie alla bisogna (lasciando magari i bambini a giocare in uno scatolone), poco più su si ritrovano indiani e pakistani, appena oltre i nordafricani. Ogni tanto le diverse etnie vengono alle mani, mentre gli italiani nicchiano e organizzano i loro affarucci. La legge dice che non si può portare sedie in strada, trattenervisi disturbando tutti, sputare, mangiare e buttar i resti per terra, per non parlare delle attività illecite. La legge a quanto pare qui non vale. Si parla tanto di movida e norme, ma in questo tratto d’inferno del terzo mondo se una macelleria elargisce birre e superalcolici accogliendo i clienti su sacchi di cipolle nulla v’è di male... E se poi dici qualcosa sei razzista. Vorremmo che il Sindaco prenda provvedimenti, vorremmo che qualcuno s’interessasse anche di noi: è chiedere troppo?! Attendiamo, magari sulle sue pagine, qualche risposta.
Residenti esasperati
Residenti esasperati
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