Al-Anon: insieme, a sostegno di amici e familiari di alcolisti

Il 25 giugno, su questa rubrica, ho letto con emozione la bella e toccante testimonianza di Cristina che ha raccontato come sia riuscita ad affrontare il suo problema: quello dell’alcolismo. Questo mi ha incoraggiata a raccontare anche la mia storia. Anche io infatti sono stata toccata dal problema dell’alcolismo, non il mio bensì quello di un mio familiare. L’alcolismo infatti è un «problema», o meglio, una malattia che oltre ad influire sul bevitore influisce anche sulle sue relazioni in famiglia, sul lavoro e con gli amici. Relazionarsi con un alcolista è complicato e faticoso; spesso ci sentiamo responsabili delle sofferenze e dei sensi di colpa dell’alcolista e rischiamo anche noi di ammalarci. Proviamo sentimenti di vergogna, rabbia, ansia, paura, disperazione e non vediamo una via d’uscita, non abbiamo più speranza. Quando mia madre stava male ho cercato in ogni modo di trovare una soluzione: controllavo ogni cosa, cercavo in casa bottiglie vuote e svuotavo quelle piene nel lavandino, nella vana speranza che lei non ne comprasse altre per ubriacarsi. Volevo tenere tutto sotto controllo e cercavo di prevedere le situazioni in modo da non far trapelare all’esterno quanto stava succedendo. Era un’ossessione... Quante energie ho speso nel tentativo di controllare le sue azioni, nel tentativo di farla smettere di bere! Ma qualsiasi cosa io abbia fatto non è servita a cambiare la situazione o a migliorare la mia vita. Mi vergognavo di avere una madre con il «vizio» mi chiedevo cosa avevo fatto di male per meritarmelo, avevo paura che gli altri se ne accorgessero... che vergogna... (anche se in verità sappiamo bene che tutti sanno...) e vivevo in funzione di questo, vivevo il profondo disagio di essere figlia di una madre alcolista. Tutto è cambiato quando ho incontrato gli amici di Al-Anon, un gruppo di familiari ed amici di alcolisti che si riunisce per condividere esperienza, forza e speranza con lo scopo di risolvere i problemi comuni. Già dalla prima sera ho capito che era il posto giusto per me e per il mio recupero. Sono stata accolta da persone serene, da persone che parlano la mia lingua e che non mi giudicano. Nel gruppo mi sono sentita libera di esprimere la mia ansia, le mie angosce, la mia rabbia ed i miei pensieri più profondi, anche quelli negativi. In Al-Anon ho imparato che non posso cambiare un’altra persona e che qualsiasi cosa io faccia non serve a farla smettere di bere. Ho così iniziato a non controllare più se c’era alcool in casa, a non cercare più le bottiglie vuote, a non preoccuparmi di come l’avrei trovata a casa al mio rientro e soprattutto a non provare più quella rabbia e quella disperazione che lentamente mi stavano divorando. Sono riuscita a recuperare il rapporto con mia madre e a starle vicina con serenità, senza rancore e odio. Con Al-Anon ho ricevuto il dono prezioso della serenità! Rivolgo quindi un incoraggiamento particolare a tutte le persone che stanno vivendo nella disperazione per il bere di un familiare o un amico: la porta di Al-Anon è sempre aperta per chi cerca aiuto. (Info: www.al-anon.it Numero Verde 800 087 897
) // Un membro Al-AnonGentile lettrice, la sua lettera in qualche modo completa il circolo virtuoso informativo aperto da Cristina, segnalando il prezioso lavoro della sua associazione. Al-Anon ha il fondamentale pregio di offrire a parenti e amici di persone alle prese con l’alcolismo, uno spazio concreto per vincere il possibile senso di solitudine di fronte a un problema di tale portata, e al tempo stesso un sostegno auto-solidale nel gestire il giorno-per-giorno di relazioni familiari e amicali molto dure e faticose. Insomma, un salvagente lanciato a chi sta cercando con grandi sforzi, di portare su rive sicure qualcuno che rischia di veder naufragare la sua vita nel fondo di un bicchiere. (g.c.)
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