Addio a Paolo Siddi, un carabiniere di grande valore
Paolo Siddi, uomo di inesauribile spirito di servizio per l’Arma dei carabinieri e per la Sardegna. A dare l’ultimo saluto a Paolo Siddi, noto capitano dei Carabinieri nel ruolo d’onore, venerdì 19 maggio, a Brescia, nella chiesa di San Francesco da Paola, c’erano le figlie Silvia, Anna e Monica (la moglie Iole era scomparsa appena tre mesi prima), c’erano i parenti, c’era la folla degli amici bresciani e degli amici sardi. Tutti hanno ascoltato commossi le parole pronunciate in ricordo di Siddi dal parroco don Pierantonio Bodini, dal maggiore Carlo Arli, presidente della Sezione di Brescia dell’Anc (Associazione nazionale carabinieri in congedo), da Tonino Mulas, presidente onorario della Fasi (Federazione delle 68 Associazioni sarde nell’Italia continentale). Tra le tante indagini coordinate da Paolo Siddi quando era maresciallo dei Carabinieri presso il Nucleo investigativo Cc di Brescia, è doveroso ricordare quella che riguardò la caccia ai colpevoli dell’atto terroristico perpetrato a Brescia il 16 dicembre 1976. Quella sera, intorno alle ore 19, al termine del loro servizio, il brigadiere Giovanni Antonio Lai (originario di Illorai, in provincia di Sassari) e il carabiniere Carmine Delli Bovi, entrambi del Comando Legione carabinieri di Brescia, mentre transitavano nella zona di piazzale Arnaldo da Brescia, furono avvisati da alcuni cittadini che, alla base di una colonna del porticato del piazzale, vi era una grossa borsa dalla quale fuoriusciva del fumo. Mentre il brigadiere Lai stava per agganciare il manico della borsa, vi fu una forte esplosione che provocò la morte di un’insegnante, il gravissimo ferimento di Lai (che dovette lottare a lungo tra la vita e la morte e soltanto dopo molte e delicate operazioni tornò ad una vita normale; è stato poi insignito di medaglia d’oro al valor civile), gravi lesioni al carabiniere Delli Bovi e ad un’altra decina di persone. Paolo Siddi condusse, con una équipe di validi colleghi del nucleo nonché con altri colleghi della Polizia, le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Brescia che portarono all’identificazione e, successivamente, alla condanna degli autori materiali della grave azione terroristica (con matrice politica, così come è detto nella sentenza), responsabili anche di altri gravissimi delitti commessi prima e dopo l’attentato. Ma a Brescia da decenni Siddi era conosciuto come storico presidente del Circolo culturale sardo. Per diversi anni fu anche componente del Comitato Esecutivo nazionale della Fasi. In un intervento al Congresso della Fasi dell’ottobre 2011 raccomandò ai giovani di assumere ogni mattina un po’ di «spirito di servizio». Questo consiglio traeva naturalmente ispirazione dalla sua appartenenza all’Arma dei carabinieri ma anche dal gusto per la battuta di spirito che era nel suo Dna. È sempre stato ammirevole l’impegno di Siddi in campo culturale e in particolare per la realizzazione del concorso letterario «Su Contixeddu», prosa e poesia sia nelle varianti della lingua sarda sia nel dialetto bresciano. È stato un alfiere del dialogo-confronto fra due culture, fra due «santi»: san Faustino (patrono di Brescia) e sant’Antioco (patrono della sua natale Sant’Antioco). Era particolarmente orgoglioso di aver ottenuto l’inserimento della voce «sardi» nell’Enciclopedia della città di Brescia. L’impegno della Fasi è quello di continuare il suo lavoro con lo stesso suo spirito e con il suo stesso spirito di servizio.
// Paolo PulinaVicepresidente della Fasi
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