A Sant’Eufemia uno schiaffo alla nostra memoria

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Il 25 Aprile, Festa della Liberazione, per S. Eufemia della Fonte, dovrebbe avere un significato particolare: infatti rimangono ben visibili i segni dei combattimenti risalenti alla 2a Guerra Mondiale sulla cappella votiva in prossimità del monastero, oggi Museo Mille Miglia; fu proprio passando per il quartiere che entrarono le truppe tedesche provenienti da Verona per occupare la Città; sempre a S.Eufemia, nelle ex scuole elementari il partigiano «Tito Tobegia», in sfregio al Comitato di Liberazione Nazionale e alle Autorità instaurò un comando partigiano abusivo artefice di torture e uccisioni a danno di civili e militari, successivamente gettati in fosse e anfratti verso San Gallo. Proprio in conseguenza degli episodi sopra riportati e facilmente reperibili non solo sulla letteratura contemporanea, ma anche e soprattutto grazie alla memoria degli abitanti del quartiere con qualche primavera sulla spalle, sarebbe stato auspicabile che il senso del 25 Aprile non venisse travisato, stravolto e usato per altri, seppur nobili, scopi. S. Eufemia ospita un buon numero di migranti, ottimamente inseriti nel tessuto sociale, tanto è vero che non si contano più le iniziative che li vedono protagonisti e/o partecipanti, tuttavia è stato quanto meno fuori luogo lo spettacolo messo in scena a margine delle celebrazioni del 25 Aprile, e che ha visto i rifugiati, loro malgrado, protagonisti. Loro, sia ben chiaro, non hanno alcuna colpa, ma forse le menti organizzatrici avrebbero potuto usare le stesse energia per raccontare alla Comunità gli accadimenti dell’epoca. In non pochi abbiamo visto come uno schiaffo alla memoria e al significato della Liberazione, della fine della guerra e di tutto ciò che ha pesato all’epoca per il quartiere, la rappresentazione svoltasi a due passi dal monumento ai Caduti, dal monastero teatro di barbarie, dalla cappella votiva che ancora presenta i segni delle battaglie. La Festa della Liberazione ha un significato bene preciso, ancora di più per il nostro quartiere che fu tristemente teatro di svariati e tristi episodi all’epoca: andrebbe quindi onorata, rispettata senza alcuna eccezione. Quest'anno è andata così, magari in futuro speriamo meglio.

// Lettera firmata

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