A rischio sfratto per colpa del ministero
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Forse ho sbagliato qualcosa, forse hanno sbagliato a insegnarmi qualcosa nel corso degli anni, forse tutte le idee che mi sono fatto nel corso della mia adolescenza hanno poco da spartire con la realtà dei fatti. Questi sono i pensieri che ha provocato in me la strana vicenda di cui sto per raccontarvi, una vicenda che pesa su di me e sulla mia famiglia come un macigno. Mi chiamo Paolo e la rabbia che ho in corpo mi sta avvelenando la vita. Due anni e mezzo fa ho perso mio padre per una brutta malattia, un anno e mezzo fa ho quasi perso mio fratello per un infortunio sul lavoro, infortunio che gli è costato l’invalidità parziale della mano destra e l’incapacità di proseguire la professione che faceva da più di 20 anni. Neanche il tempo di riprendersi dall’incidente e mio fratello è andato incontro ad un’altra doccia fredda: la crisi economica dell’azienda di cui è dipendente. Sono convinto che un uomo dovrebbe riuscire a adattarsi a tutte le situazioni della vita, ma mi chiedo come sia possibile affrontarle quando la sfortuna e la negligenza umana si uniscono e creano situazioni da cui è davvero difficile uscirne. Non avrei certamente scritto questa lettera se il Ministero del Lavoro avesse già provveduto, com’è giusto che sia, alla firma della cassa integrazione straordinaria (richiesta fatta dall’azienda e accettata dal Ministero) e non ci avesse di fatto condannato ad uno sfratto che ogni giorno che passa diventa sempre più una realtà da incubo. I soldi che portava a casa mio fratello ci erano essenziali per pagare l’affitto, ma com’è possibile pagarlo se il Ministero non ha ancora tirato fuori un centesimo di una cassa integrazione teoricamente iniziata il marzo dello scorso anno? Perché per colpa di uno sbaglio delle istituzioni, noi dovremmo trovarci in strada, senza più un tetto? Dove sta la logica in tutto questo? Non esiste logica, nulla! È una cosa ridicola che crea solo rabbia, malcontento e sfiducia. La vicenda è così surreale da far ridere. Il 23 febbraio scadrà il termine di grazia che abbiamo chiesto per lo sfratto e sapete qual era ancora la posizione del Ministero a metà gennaio? Dichiaravano che non potevano firmare la cassa integrazione, in quanto l’azienda non gli aveva mandato dei documenti necessari per la firma. Dove sta il problema? Il Ministero non ha mai chiesto quei documenti all’azienda... La cosa sembra sia risolta e che la firma della cassa sia imminente, ma come posso esserne sicuro? Doveva essere imminente pure a novembre, eppure... Questi signori stanno giocando con il nostro sacrosanto diritto di avere un tetto sopra la testa e io non posso tollerarlo! Non posso tollerarlo! Non posso e non voglio permettere che ci sbattano fuori di casa prima che ci arrivino quei soldi. Non è colpa nostra, non l’abbiamo voluto noi; stiamo solo subendo la negligenza delle istituzioni che non sono in grado di garantire ciò che spetta di diritto ai cittadini. Non posso tollerare una simile situazione. Urlerò la mia rabbia e se non sarà abbastanza... se la situazione precipiterà, smetterò di mangiare. Non posso, non devo e non voglio più tollerare una simile situazione. Paolo
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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