A Graziella grande maestra a scuola e nella vita
Da tempo mi ero appuntata la data del 23 febbraio, giorno dell’80° compleanno della mia maestra delle elementari Graziella, tutte e cinque frequentate a Mezzane di Calvisano, con la stessa giovane insegnante. Ma le nostre vie, non sono quelle del Signore. Il 2 gennaio scorso, ha chiamato a sé la maestra Graziella, quasi in contemporanea con il marito Dalla Bona Eugenio, travolti da un’auto, mentre attraversavano la strada sulle strisce. Pochi a Carpenedolo ricordano la Graziella come maestra. Lei da tempo era colei che coordinava l’attività imprenditoriale, insieme al marito e alla famiglia nel settore caseario, con l’eccellente produzione del formaggio. Attività che ha intrapreso dopo l’insegnamento e la dedizione alla famiglia, che l’ha vista dare la vita a quattro figli. Dopo i cinque anni delle elementari, nonostante la vicinanza delle nostre residenze, non ebbi occasione di mantenere contatti con la mia maestra, se non nei ricordi delle sue capacità educative, che andavano ben oltre l’aspetto del solo insegnare. Periodo che mi ha consentito di affrontare gli anni successivi, di scuola con l’avviamento a Carpenedolo, come adolescente, ma anche come donna e persona che affronta la vita. Un senso del vivere che attinge agli ideali civici, morali, quali sono i principi cristiani, di cui oggi, su vari versanti, se ne sente la mancanza. Solo il 6 dicembre 2014, in occasione della presentazione del libro di Zaniboni Pier Luigi «Carpenedolo e i 100 anni dell’edificio scolastico», da lei condiviso e sostenuto, espresse a mio marito il desiderio di vedermi. Dopo 53 anni ci siamo ritrovate, tranne il suo: «Come sei invecchiata», il dialogo riprese quasi come a scuola, mezzo secolo prima. Fra le tante cose, il suo convinto pensiero per la vita, preoccupata per il futuro dei giovani, per quello delle famiglie, di questi tempi minate dal modernismo. Gli stessi sentimenti di sensibilità ed attenzione che aveva per i suoi alunni. Serena e lieta, attenta ad ascoltare, ricca di suggerimenti, un carattere luminoso che crea simbiosi al primo impatto, mantenuto in quel tempo, anche con le famiglie dei suoi alunni. Lucido il suo ricordo per quegli anni a Mezzane, in quel plesso scolastico, oggi sede della Scuola Bottega. Parlare di ricordi, per riprendere dei contatti. Lei doveva sistemare carte, carteggi, ancora dei quaderni, di quando faceva scuola. Mi disse di averne ancora, compreso i miei, che mi avrebbe consegnato, appena avrebbe trovato il tempo di cercarli. Ci sentimmo per telefono, in questi ultimi mesi, con qualche augurio, come quello dei centodue anni di mio padre nel novembre scorso, e a Natale. Parlando, ci siamo confrontate sul valore della donna, del suo ruolo nella società per renderla migliore. Gioiosa di essere diventata di nuovo nonna, meravigliandosi della maternità. Fiduciosa che l’operare per il bene, avrebbe dato risposte alla speranza di un futuro, nella scuola e nella società. Con l’impegno di ritrovarsi dopo le feste natalizie, per consegnarle il giornalino, che aveva piacere avere, riguardante la vita di mio padre. Poi la dolorosa notizia, che per la sua tragicità ha sconvolto non solo le famiglie Dalla Bona e Galletti, ma tutto il paese, ed oltre, considerato le capacità e professionalità che l’attività industriale di tanti anni ha diffuso. Non solo in ambito produttivo, ma anche per le varie iniziative sociali, sportive e culturali a cui hanno dato il loro sostegno. Per questo la definizione: «Per chi suona la campana» quel suono per Graziella e Eugenio, ha riguardato tutta Carpenedolo che ha perso qualcosa di sé. Grazie maestra Graziella, in cielo non mancherà il suo apporto di bene, così come lo è stato nel cammino in questa terra, che tanti fino dai banchi di scuola hanno apprezzato e accolto.
// Maria Agostina CominiCalvisano
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