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Proviamo insieme una settimana senza i social Ho letto che per un periodo avete rinunciato alla vostra pagina Facebook e cerco un giornale dove pubblicare un mio invito contro i social. In occasione del compleanno di Facebook a febbraio do un consiglio a tutti: fate una settimana senza social. Provate. A me il tempo pare trascorso più lentamente. Se potete pubblicare questa mia richiesta, avevo pensato in una pagina grande così si nota di più.
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Vito Siniscalchi
Gentile lettore, il GdB in effetti poco più di tre anni fa dal novembre 2020 (fino all’aprile 2022) congelò la propria pagina Facebook dopo la valanga di insulti riservati al presidente Mattarella venuto a Castegnato per rendere omaggio, il 1° novembre, alle vittime del Covid. Un «lockdown per Facebook» lo definì spiegando la scelta il nostro direttore: un lockdown che, come quello per la pandemia che stavamo vivendo, voleva contenere il contagio, in questo caso dell’odio via social. La scelta aprì un positivo dibattito e trovò ampi consensi tra i lettori (e 11 persone - non giovanissime - furono poi indagate per offesa all’onore e al prestigio del Presidente della Repubblica e istigazione a delinquere). Ma purtroppo non ha disinnescato - né obiettivamente poteva - la potenziale «bomba» comunicativa insita nei social media. Nel frattempo però si moltiplicano le iniziative - individuali o di gruppo - di detox come quella proposta (spesso grazie all’impegno di insegnanti) e a Trieste si tiene un Festival della Comunicazione non ostile giunto lo scorso maggio alla sesta edizione. Oggi Facebook è in parabola discendente, ciò non esclude che i suoi vent’anni il prossimo 4 febbraio potrebbero esser celebrati con un «blackout» volontario dei suoi iscritti. Ma forse questo è possibile solo su un altro pianeta, dove magari i social non siano fondamentalmente un albero degli zecchini d’oro per le Big Company ... (g.c.)
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Vito Siniscalchi
Gentile lettore, il GdB in effetti poco più di tre anni fa dal novembre 2020 (fino all’aprile 2022) congelò la propria pagina Facebook dopo la valanga di insulti riservati al presidente Mattarella venuto a Castegnato per rendere omaggio, il 1° novembre, alle vittime del Covid. Un «lockdown per Facebook» lo definì spiegando la scelta il nostro direttore: un lockdown che, come quello per la pandemia che stavamo vivendo, voleva contenere il contagio, in questo caso dell’odio via social. La scelta aprì un positivo dibattito e trovò ampi consensi tra i lettori (e 11 persone - non giovanissime - furono poi indagate per offesa all’onore e al prestigio del Presidente della Repubblica e istigazione a delinquere). Ma purtroppo non ha disinnescato - né obiettivamente poteva - la potenziale «bomba» comunicativa insita nei social media. Nel frattempo però si moltiplicano le iniziative - individuali o di gruppo - di detox come quella proposta (spesso grazie all’impegno di insegnanti) e a Trieste si tiene un Festival della Comunicazione non ostile giunto lo scorso maggio alla sesta edizione. Oggi Facebook è in parabola discendente, ciò non esclude che i suoi vent’anni il prossimo 4 febbraio potrebbero esser celebrati con un «blackout» volontario dei suoi iscritti. Ma forse questo è possibile solo su un altro pianeta, dove magari i social non siano fondamentalmente un albero degli zecchini d’oro per le Big Company ... (g.c.)
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