Italia e Estero

Zaki, in Egitto respinta la richiesta di scarcerazione

Lo studente dell'Università di Bologna resta in cella. All'udienza 4 diplomatici. L'avvocato: «Sta bene ma è spaventato». Amnesty: «Siamo delusi»
Patrik Zaki e Giulio Regeni in un graffito apparso nei giorni scorsi a Roma, poco lontano dall'Ambasciata d'Egitto in Italia, e ora rimosso - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Patrik Zaki e Giulio Regeni in un graffito apparso nei giorni scorsi a Roma, poco lontano dall'Ambasciata d'Egitto in Italia, e ora rimosso - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Il tribunale di Mansura, dopo un'udienza durata appena dieci minuti, ha respinto la richiesta di scarcerazione presentata dai legali di Patrick George Zaki, lo studente dell'Università di Bologna arrestato al rientro in Egitto con accuse di propaganda eversiva. «Il ricorso è stato respinto», ha detto uno dei legali del ragazzo Wael Ghaly.

All'udienza hanno assistito quattro diplomatici. Si tratta di due diplomatici di Italia e Svezia che rappresentavano l'Ue nell'ambito del programma di monitoraggio dell'Unione Europea, oltre a uno statunitense e a un canadese. Lo si è appreso al palazzo di giustizia della città egiziana.

«Fisicamente sta bene, ma è spaventato». Così Houda Nasrallah, uno dei legali di Patrick George Zaki, ha descritto le condizioni del ragazzo, che oggi ha partecipato all'udienza per la sua scarcerazione, poi negata dal Tribunale di Mansura. Il ragazzo, arrestato l'8 febbraio scorso al rientro in Egitto con accuse di propaganda eversiva, secondo una fonte che ha assistito all'udienza ha spiegato al giudice di essere solo uno studente tornato in Egitto a trovare i parenti e che vuole ripartire per l'Italia per completare gli studi.

«Bisogna continuare a monitorare con attenzione e attraverso gli organismi internazionali, come si sta facendo, questa vicenda, in maniera tale che vengano garantiti i diritti di Zaki». Lo ha detto Gaetano Manfredi, ministro per l'Università e Ricerca, in merito alla mancata scarcerazione di Patrick Zaky, studente dell'Università di Bologna, arrestato in Egitto. «Occorre fare in modo - ha affermato - che il procedimento sia il più trasparente possibile nel rispetto delle regole». «Credo che l'impegno a livello internazionale sia forte - ha concluso - e questo sicuramente rappresenta il primo passo per sperare in una soluzione positiva di questa vicenda».

«C'è delusione, avevamo sperato in un esito diverso. C'erano segnali che potesse andare diversamente: un'aula piena di giornalisti, internazionali e egiziani, di diplomatici, italiani inclusi. Ma non è servito a nulla». Così Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. «Adesso ripartiamo con una campagna ancora più forte, più viva», in vista dell'udienza del 22, in cui si deciderà se rinnovare la detenzione preventiva di Zaki, per arrivarci «ancora più determinati».

«Lunedì prossimo - scrive invece il sindaco di Bologna, Virginio Merola, su Facebook - saremo tutte e tutti con Patrick George Zaki. Questa mattina il tribunale egiziano ha respinto la richiesta di scarcerazione per lo studente che frequenta un master nella nostra università. È importante che in aula ci fossero diplomatici, anche italiani, e giornalisti. Zaki non è solo, si stanno moltiplicando le manifestazioni per lui. E da Bologna arriverà ancora più forte la richiesta del rispetto dei diritti umani». La manifestazione, già annunciata nei giorni scorsi, si terrà lunedì 17 febbraio alle 18 in via Zamboni 33 davanti al Rettorato dell'Università di Bologna.

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