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Usa, Trump dà il via libera alla transizione dei poteri a Biden

Primo riconoscimento formale della vittoria da parte dell'amministrazione della Casa Bianca. E intanto prende forma la squadra di governo
Joe Biden ha voluto anche John Kerry nella futura squadra della Casa Bianca come consulente per l'ambiente - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
Joe Biden ha voluto anche John Kerry nella futura squadra della Casa Bianca come consulente per l'ambiente - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
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A quasi tre settimane dalle elezioni, Emily Murphy, responsabile della General services administration, ha riconosciuto formalmente Joe Biden come l'apparente vincitore delle presidenziali, spianando la strada al processo di transizione dei poteri che Donald Trump teneva bloccato con i suoi ricorsi contro presunti brogli elettorali. È il primo riconoscimento dell'amministrazione Usa della sconfitta di Trump, con quest'ultimo costretto a dare disco verde all'inizio della transizione, pur evocando minacce contro la Murphy e la volontà di proseguire la sua battaglia legale.

La Gsa ha informato il team di Joe Biden che ora può contare sui fondi e le risorse federali previsti e che i suoi consiglieri possono cominciare a coordinarsi con quelli del presidente uscente. La mossa è arrivata dopo che la commissione elettorale del Michigan ha certificato l'esito elettorale contestato da Trump, e il crescente numero di parlamentari repubblicani che denunciava il ritardo nel trasferimento pacifico dei poteri. Un ritardo, accusavano Biden e il suo staff, che minacciava la sicurezza nazionale e la capacità della nuova amministrazione di pianificare efficacemente la lotta alla pandemia.

Il presidente eletto era tagliato fuori anche dal briefing dell'intelligence. Trump ha dovuto arrendersi di fronte alla decisione della Murphy, ringraziandola su Twitter per la sua «salda dedizione e lealtà al nostro Paese» ma denunciando che è stata «tormentata, minacciata e maltrattata». «E io non voglio vedere che questo accada a lei, alla sua famiglia o ai dipendenti della Gsa», ha scritto, assicurando che «il nostro caso continua fortemente, proseguiremo la battaglia e credo che vinceremo». «Tuttavia, nel miglior interesse del nostro Paese, sto raccomandando che Emily e il suo team facciano ciò che è necessario fare in riferimento ai protocolli iniziali e ho detto al mio team di fare lo stesso».

Nella sua lettera, la responsabile dell'agenzia governativa sostiene di non aver «mai subito pressioni direttamente o indirettamente da alcun dirigente della branca esecutiva, compresi quelli che lavorano alla Casa Bianca o alla Gsa». E giustifica il ritardo della sua decisione affermando che non voleva anticipare il processo costituzionale del conteggio dei voti e scegliere un presidente.

Intanto prende forma la squadra di governo dell'era Biden. I primi nomi della futura amministrazione sono quelli di fidati veterani dell'era Obama e riguardano settori chiave come la politica estera, la sicurezza, il clima. Tra questi spiccano Anthony Blinken come segretario di Stato, Jake Sullivan alla Sicurezza nazionale, Linda Thomas-Greenfield ambasciatrice all'Onu, l'ex capo della diplomazia John Kerry come consigliere speciale presidenziale per il clima, primo dirigente preposto al settore a sedere anche nel National security council. Tra le novità che fanno la storia Avril Haines, ex vice direttrice della Cia ed ex vice consigliera per la Sicurezza nazionale: sarà la prima donna a guidare la National Intelligence, l'agenzia che coordina tutti gli 007, un passo in più di Gina Haspel, che era stata elevata da Trump a capo della Cia. La diversità si incarna anche nel cubano-americano Alejandro Mayorkas, che sarà il primo ispanico e il primo immigrato a dirigere la Homeland security, il ministero dell'Interno, di cui era stato vice segretario. Anche Janet Yellen è pronta ad entrare nuovamente nella storia: dopo essere stata la prima donna presidente della Fed, si appresta a divenire la prima alla guida del Tesoro americano nei suoi 231 anni di storia, secondo i media Usa.

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